Marani al Panathlon Club: "Il calcio non si sostiene"

Il presidente della Lega Pro: "Impianti obsoleti e un modello economico da rivedere". Alla serata Braida, Zaccheroni e la dirigenza del Cavalluccio.

Marani al Panathlon Club: "Il calcio non si sostiene"

I dirigenti del Cesena alla serata del Panathlon con il presidente della Lega Pro Marani

"Con Ariedo i gol li vedo". I più attempati tifosi del Cesena ricorderanno questo ritornello che si

cantava allo stadio ’La Fiorita’ quando Ariedo Braida giocava con la maglia bianconera. Primi anni 70, precisamente stagione ’72/’74, 47 gare e 12 gol segnati. Mercoledì sera c’era anche lui al

ristorante Cerina per la conviviale del Panathlon Cesena. Assente per un piccolo infortunio il presidente Dionigio Dionigi, a fare gli onori di casa Lorenzo Minotti, che ha presentato l’ospite della serata, il presidente della Lega Pro Matteo Marani. Giornalista, romagnolo, con madre di Gambettola e padre di Montiano, vive a Bologna. Da stagista al Guerin Sportivo di cui poi è diventato direttore, giornalista Sky per 9 anni, ha collaborato con varie testate prima di diventare presidente del Museo del calcio a Coverciano e infine della Lega Pro. L’analisi del mondo del calcio italiano è stata spietata, da uomo che cerca di cambiare le regole del gioco scontrandosi con problemi enormi come ad esempio l’obsolescenza degli impianti, molti dei quali nati per i campionati mondiali. "Ma non quelli del 1990 – dice –, metà degli stadi di serie A risalgono ai mondiali del 1934. E’ un grande problema. Unito a quello degli intermediari. Pensate che quest’anno l’intermediazione sul mercato ha assorbito qualcosa come 166 milioni. Come presidente di Lega Pro sono contento, stiamo molto crescendo come movimento e come telespettatori Sky. Però le leghe maggiori, soprattutto la serie A, hanno serie difficoltà. Nel 1994 il Milan era primo assoluto per fatturato a livello mondiale e avevamo 3 squadre nelle prime 5. Oggi ne abbiamo una sola nei primi 10. Nelle prime 30 società per formazione dei giovani non ci sono squadre italiane, l’Atalanta, prima italiana , è 33esima. Abbiamo il 65% dei giocatori di A stranieri. Insomma, occorre ripensare il modello economico, non è possibile che il 100% dei fatturati di serie B vada per stipendi". Marani sente i problemi e li analizza da dirigente. "Il calcio italiano perde 2 milioni al giorno e cioè quasi 700 milioni l’anno. La serie C perde il 6%, la serie A il 90%, il resto lo perde la serie B. Un disastro. Il calcio non si sostiene da solo". Marani ha parlato anche del suo libro ’Dallo scudetto ad Auschwitz’, la storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo, vincitore di 4 scudetti tra il 1930 e 1938, finito nelle camere a gas di Auschwitz assieme alla moglie e ai due figli. Molti i volti noti presenti alla serata. Oltre a Braida, i dirigenti del Cesena, il dg Di Taranto, il ds Artico e il consigliere Agostini. Presente Alberto Zaccheroni e il sindaco di Sarsina Enrico Cangini. E’ stato presentato un nuovo socio Panathlon, Massimo Bagnoli, imprenditore ma anche uno dei soci che fecero rinascere il Cesena.

Daniele Zandoli