Cesena, 25 luglio 2024 –
Si chiama “simulazione medica” ed è una delle frontiere tecnologiche della formazione nell’ambito della salute.Cesena ospita una delle tre aziende italiane del settore, si chiama Simulkare e nei giorni scorsi ha aperto i battenti al suo primo open day. Curiosità e meraviglia hanno colto i non addetti ai lavori mentre i medici, e i professionisti della salute in generale, hanno compreso al volo le opportunità che offre. Si tratta, nella sostanza, di tecnologie avanzate che creano ambienti virtuali e assolutamente comparabili con la realtà, dove chi esercita la medicina può addestrarsi su scenari complessi, siano essi emergenze cardiache, interventi chirurgici, diagnosi di varia natura.
Il paziente, che in alcuni casi è un manichino dalle reazioni più disparate (dal pallore, alle lacrime, al tenore dei lamenti, al sanguinamento interno), non rischia, e quando il medico si è esercitato su un gran numero di casi avrà di certo la facoltà di commettere meno errori e, dunque, di garantire una performance a vantaggio del paziente.
La start-up, poiché è di questo si tratta, è il prodotto della convergenza di interessi di tre imprenditori, il cesenate Luca Bettini (che ospita Simulkare nella propria azienda di via Fossalta a Pievesestina), l’ingegnere biomedicale Andrea Mazzocchi di Mantova e l’esperto di simulazione medica Matteo Lungherini di Forlì.
Un’idea premiata dal mercato: a tre anni dalla sua creazione mostra un bilancio di 1 milione di euro. Chi paga per usufruire della start-up cesenate sono ospedali, strutture mediche private, università e forze armate per i quali l’azienda di Pievesestina organizza workshop, corsi di aggiornamento e sessioni di addestramento personalizzate. “Gli studi - spiega Luca Bettini - dimostrano che i professionisti formati con la simulazione sono più preparati ad affrontare situazioni d’emergenza e prendere decisioni critiche in tempi rapidi.
In un mondo dove precisione e preparazione sono fondamentali, la simulazione rappresenta un passo essenziale per il progresso della medicina”. Per scendere nel dettaglio: le stanze immersive sono costituite da immagini software proiettate su tre pareti che riproducono in formato reale gli ambienti più disparati dove è possibile che si verifichi un’emergenza.
Come intervenire? Come operare? Quali diagnosi rapide effettuare? Una serie di quadri, a realtà aumentata, che si aprono a comando, mostrano le opportunità, che poi vengono discusse tra chi si esercita. Di grande impatto visivo ed emozionale sono, infine, i manichini a dimensione reale, su cui effettuare una gastroscopia, un cateterismo vascolare, una ecografia con tutto ciò che ne consegue per l’apparato umano e le sue reazioni ad un approccio invasivo.
E non ci sono solo adulti dall’aria sofferente e l’aspetto poco attraente, Simulkare ha anche piccoli pazienti neonati, morbidi e terribilmente realistici, pronti per le situazioni più delicate.