REDAZIONE CESENA

L’ortofrutta romagnola arranca: "Stiamo perdendo il primato"

L’allarme della Cia: "A rischio tutta la filiera per le calamità naturali"

L’ortofrutta romagnola arranca: "Stiamo perdendo il primato"

È allarme nel mondo dell’agricoltura: la Romagna sta perdendo il primato di produttore di ortofrutta e, per salvare il settore, servono misure straordinarie. "Rischiamo danni irreparabili – afferma il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi (nella foto) - ai problemi strutturali dell’ortofrutta romagnola con cui facciamo i conti da tempo, in particolare per pesche e nettarine, si aggiungono le calamità degli ultimi anni con gelate, alluvioni e trombe d’aria. È a rischio tutta la filiera". Il quadro di questo 2023 non è certo roseo. "Mai come quest’anno l’ortofrutta ha subito conseguenze così disastrose con perdite ingenti, dovute ad eventi climatici: si stimano riduzioni di rese importanti di oltre il 60% con picchi del 90 - specifica il presidente di Cia Emilia-Romagna Stefano Francia -. Il comparto impiega in regione oltre 25 mila imprese ortofrutticole su un totale di oltre 53.000 che operano sul territorio e che crea i 1,2 miliardi di euro in termini di produzione lorda vendibile". "Occorre intervenire con misure straordinarie – osservano Misirocchi e Francia - partendo dalla delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili e attivare il decreto legislativo 10204 a parziale compensazione dei danni subiti. Deve essere riconosciuto il carattere di eccezionalità di tali catastrofi". Venerdì a Mercato Saraceno, in occasione di un evento promosso dai giovani agricoltori di Cia, è intervenuto il sottosegretario Luigi D’Eramo, al quale il presidente di Cia regionale ha consegnato un documento in dieci punti con le strategie da adottare per uscire dalla fase di stallo. Secondo Cia, con risorse derivanti dall’Ue vanno messi in campo tutti gli strumenti di difesa attiva e passiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo. "Va rilanciata l’attività di ricerca – conclude Francia -. L’assenza di interventi tempestivi rischia di determinare un ridimensionamento del comparto con estirpi e cessazione di attività dove i soggetti più fragili, piccole e medie imprese, giovani agricoltori ed agricoltrici sarebbero costretti a chiudere i battenti. Per arginare questo crollo di settore avvieremo azioni mirate in tutta l’Emilia-Romagna". a.s.