ELIDE GIORDANI
Cronaca

Lo sguardo di Spazzoli sulla storia di Cesena

Personaggi e vicende dalla presistoria a Napoleone. Presentazione del libro sabato alle 17 alla Biblioteca Malatestiana

Lo sguardo di Spazzoli sulla storia di Cesena

Franco Spazzoli

E’ davvero "Una Cesena particolare" quella ammannita da Franco Spazzoli, studioso dai poliedrici interessi culturali, nel suo ultimo libro di storia locale che racconta la millenaria vita della città (in questo primo volume tracciata dalle origini all’arrivo di Napoleone) attraverso un prisma di fatti eclatanti, personaggi significativi, leggende amene e vicende curiose. Un taglio da storico che, però, vuole sedurre anche chi non è propenso a farsi catturare dall’elencazione pedissequa dei fatti. E’ questo c’è nel libro di Spazzoli: lo spunto stuzzicante, la traduzione viva di fatti lontani, la riesumazione spesso divertita e divertente (ma sempre documentata…) delle vicende e degli uomini che hanno dato identità a Cesena. Edito dal "Ponte Vecchio" il volume verrà presentato dallo stesso autore sabato 9 novembre alle 17 nell’Aula Magna della Malatestiana.

Spazzoli, cosa troviamo nel suo libro "Una Cesena particolare"?

"Una sintesi della storia della nostra città ma con un taglio diverso rispetto ai tanti volumi esistenti da cui, peraltro, ho attinto".

Su cosa si è concentrato, dunque, il suo lavoro?

"Ho focalizzato l’attenzione su vicende o aspetti particolari che in una storia tracciata secondo uno stile tradizionale non avrebbero avuto altrettanta considerazione".

Un esempio?

"La figura di Candidiano, il primo cesenate che emerge dalle vicende cittadine intorno al 400 d.C.. Ebbe scambi con Galla Placidia, ma la grande storia gli ha dedicato poche righe. E poi il ruolo delle guarnigioni romane di Cesena assestate sul colle Garampo nel passaggio di Giulio Cesare attraverso il Rubicone. Oppure le vicende di Casanova e la figura del cronista Fantaguzzi autore di uno spaccato della Cesena tra 1400 e 1500".

Da quali fonti ha attinto le informazioni inserite nel libro?

"Non sono un topo da biblioteca, ossia un ricercatore classico, e tutti i volumi scritti fino ad ora mi sono stati utili. Ho cercato di unire la storia al racconto. Mi sento più un divulgatore che uno storico, anche se mi è capitato, in qualche occasione, di trovare qualcosa di originale dalla consultazione dei documenti".

C’è qualcosa che l’ha colpita nella consultazione di tante fonti?

"Sì, innanzitutto la ricchezza della storia di Cesena, da cui emergono personaggi straordinari sia in ambito storico che culturale. Nonostante la lunga frequentazione con la ricerca storica ha incontrato situazioni che mi erano sconosciute. A proposito della dinastia malatestiana mi ha colpito la figura di Andrea Malatesta, il primo signore della città. Novello, il più fulgido, si ribattezzò Novello in omaggio alla zio. Tutti uomini d’arme ma con una grande visione della città. Un classe dirigente a cui si dovrebbe guardare anche oggi. E poi mi ha impressionato la capacità della città di reagire alle catastrofi: la peste, il sacco dei Bretoni, le inondazioni del Cesuola, l’arrivo dei francesi".

A chi è indirizzato il libro?

"A chiunque ami la storia della nostra città".