
L’impegno di Francesco Giubilei: "La destra ha tante anime, ma occorre formare i giovani"
Nuovo incarico di prestigio per il cesenate Francesco Giubilei. E’ appena stato nominato direttore scientifico della Fondazione Alleanza Nazionale. Ruolo che per il trentaduenne editore va ad arricchire un denso curriculum tra politica e cultura. E’ infatti presidente della Fondazione Tatarella e di Nazione Futura, professore a contratto all’Università Giustino Fortunato di Benevento, ha svolto una fellowship all’MCC di Budapest, collabora con "Il Giornale" ed è membro dell’editorial board della rivista "The European Conservative". Ha pubblicato dieci libri tradotti negli Stati Uniti, in Spagna e Ungheria ed è stato membro del Comitato Scientifico sul futuro dell’Europa del governo italiano e Consigliere del Ministro della Cultura Sangiuliano.
Giubilei qual è l’obiettivo per il quale ha accolto la nomina, ruolo che ha ereditato da Marcello Veneziani e Giampaolo Rossi che hanno tenuto l’incarico prima di lei?
"Nell’immediato quello di costituire un Comitato Scientifico e dare un impulso alle attività culturali e di formazione della destra come da mandato da parte del presidente Giuseppe Valentino, dei due vice presidenti e di tutto il Cda della Fondazione che ha votato la mia nomina all’unanimità".
In pratica su cosa si metterà all’opera?
"Cercherò di offrire un contributo di idee ma soprattutto di progetti a partire dalla definizione di un Comitato Scientifico che possa presentare iniziative anche attraverso la pubblicazione dei Quaderni della Fondazione An. Al tempo stesso un progetto importante su cui vogliamo lavorare è organizzare una grande scuola di formazione politica rivolta soprattutto ai giovani. Ma senza escludere gli amministratori e chiunque esprima un interesse per la politica senza posizioni ideologiche preconcette. Ci saranno in programma anche presentazioni di libri, convegni ed eventi culturali. I docenti saranno personalità di rilievo del mondo culturale, politico e accademico".
Personalmente cosa porta?
"Il mio retroterra culturale, che viene più dalle idee che non dalla politica attiva. Trovo interessante unire questi due aspetti. La cultura fine a se stessa non va bene, ci vogliono anche idee realizzabili. Di contro la sola politica senza cultura è altrettanto insufficiente".
Nessuna contrapposizione tra i gruppi che nel 2013 si sono fronteggiati nella prima assemblea della Fondazione, che cura l’eredità patrimoniale e culturale di An i cui esponenti oggi sono divisi in più movimenti politici?
"Come spiegava Giuseppe Prezzolini non esiste una sola destra ma tante destre che verranno rappresentate, nelle loro anime e sensibilità, nel Comitato scientifico. Peraltro la Fondazione è sì un organo politico ma non prettamente partitico. Nella Fondazione ci sono esponenti di diversi partiti della destra ma anche personalità che non svolgono politica a livello parlamentare".
Dove si svolgerà fisicamente la scuola di formazione politica?
"La Fondazione ha una prestigiosa sala convegni in via della Scrofa a Roma. Ma insieme alle modalità che terranno le fila della scuola sarà uno degli elementi da definire dopo l’estate". Avrà una ricaduta cesenate questo suo incarico?
"Sarebbe interessante svolgere iniziative nei territori e anche Cesena potrebbe essere coinvolta. Lo vedremo strada facendo".