REDAZIONE CESENA

Le fragole cesenati sbarcano in Kazakistan

Danilo Bernardini, ibridatore di lungo corso, seleziona varietà adat ai più diversi climi: "Per una piantina si può arrivare a lavorare dieci anni"

di Elide Giordani

Si chiamano Sandra, Arianna, Federica (come le più forti sportive italiane e spagnole), ma anche Asia, Tea, Alba, Roxana, Nadia, Dulcinea. Sono molto dolci, vanno orgogliosamente per il mondo (10, 15 mila all’anno) ma non dimenticano di essere nate a Cesena. Forse perché posseggono quattro volte i geni degli umani? Umane però non lo sono affatto. Stiamo parlando di fragole e dello stupefacente mondo del miglioramento varietale. "All’epoca dei romani c’erano solo le fragoline di bosco, altro che quello grosse e succose di oggi" dice Danilo Bernardini, ibridatore di lungo corso anche se la sua azienda attuale, la Berry Lab, è nata da una start up del 2016. Battistini però negli anni ha accumulato varie esperienze tra l’Istituto di Frutticoltura di Forlì, la Raggi Vivai ed altro. Composta da nove soci (tra gli altri Coviro, Vivai Magalotti, Crea, lo spagnolo Gruppo Medina e altri partner tra Serbia e Romagna), la Berry Lab si occupa di scovare nuove cultivar di fragola: un tipo per ogni regione climatica, dal sud, al nord, fino alla Russia, all’Ucraina, al Kazakistan. Un mercato vasto, che chiede frutti dolci, resistenti alle avversità, di un bel colore rosso e dal sapore ricco (ma ce ne sono anche bianche appena rosate che però sovrastano tutte per dolcezza e aromi). Ma chi se lo immagina facendo di una fragola un sol boccone che per arrivare ad una piantina di buone fragole ci vogliono 10 anni e un investimento di 250 mila euro? "La pianta di fragole è ermafrodita - inizia Bernardini - i primi incroci si fanno manualmente. Con le pinzette si tolgono le antère maschili e si pennella il polline del babbo sulla mamma. Se vogliamo creare un soggetto diverso infatti dobbiamo utilizzare un padre e una madre. Da ogni piccolo seme si formano fratelli e sorelle, diversi gli uni dagli altri, dai 10 ai 15 mila soggetti tra cui selezionare, in un lungo processo, il frutto migliore. Poi parte la moltiplicazione vegetativa".

Un passaggio importante è quello che avviene nel campo sperimentale di Macerone dove sono a dimora 12 mila piantine. La New Fruit, un’altra delle aziende in cui è attivo Bernardini, si occupa di brevettare le nuove varietà per proteggerle e commercializzarle. E, dall’Italia al Kazakistan, le fragole cesenati di Berry Lab viaggiano con successo. "Abbiamo iniziato esportando in Svizzera, Germania e Slovenia poi in Polonia, Romania, quindi in Kazakistan, Russia e Ucraina, dove, purtroppo, a causa della guerra i rapporti si sono diradati". Ma come immaginare le fragole cesenati che maturano nei rigidi climi russi? "Il freddo - è la risposta di Bernardini - non nuoce ai frutti, peraltro appositamente selezionati, anzi, le basse temperature migliorano la qualità".