"Le dipendenze patologiche dilagano tra gli adolescenti"

Michele Sanza è il nuovo direttore dell’Unità operativa. A quella del Centro di salute mentale nominato il dottor Pietro Nucera

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"La malattia mentale - dice Tiziano Carradori, direttore generale dell’Asl Romagna - sarà l’emergenza dei prossimi decenni". Sul banco degli imputati una società che ha confuso i valori, che non educa al sacrificio, che tradisce le aspettative dei più giovani. Al momento gli utenti in carico al Centro di salute mentale di Forlì-Cesena sono 4500. Gli utenti trattati nell’ultimo semestre sono stati 6.978, con un aumento di richiesta di trattamento nella fascia di età 18 25 anni (624 pazienti) e nella fascia 26 35 anni (936 pazienti). Ed ecco perché la nomina di due nuovi direttori, peraltro già noti perché facenti funzione, mettono sul piatto una più efficace organizzazione dei servizi di Forlì-Cesena per la salute mentale tra ospedalizzazione e interventi socio sanitari. I due servizi procederanno in sinergia ma con due distinti vertici che operano a livello provinciale. Si tratta della direzione per l’Unità dipendenze patologiche e per l’Unità centro salute mentale. Il primo è affidato al dottor Miche Sanza, lunga carriera professionale svolta in parte all’estero, in Romagna dal 2000 come direttore del Sert Programma dipendenze patologiche, collabora con la Regione Emilia-Romagna ed è stato titolare di diversi contratti con l’università . E’ presidente della Società italiana di psichiatria delle dipendenze e autore di numerose pubblicazioni. Il secondo avrà al vertice il dottor Pietro Nucera, anche lui già facente funzione, in passato dirigente medico presso l’Asl di Ravenna, responsabile del Centro di salute mentale prima di Lugo e poi di Faenza. E’ docente di master di secondo livello all’università di Ferrara. Presentati dal direttore Carradori - che ha evidenziato come siano stati 69 in due anni in ambito Asl Romagna i nuovi incarichi per il completamento dell’assetto dirigenziale pur non in presenza di nuove strutture - i due dirigenti hanno colto l’occasione per fare il punto dei servizi oggi disponibili sia per la salute mentale che per le problematiche legate alle dipendenze, servizi che operano con un forte legame con il sociale. Sanza ha evidenziato quanto la sua Unità punti alla prevenzione e all’intercettazione dei fattori di rischio che sono solo in parte genetici e coinvolgono gli adolescenti in maniera evidente. "Ora - ha detto Sanza - ciò che deve crescere è la cura poiché la farmacologia non è esaustiva". Nucera ha sottolineato lo sforzo perché chi soffre di malattie mentali non debba cadere nella spirale che conduce alla condizione di disabilità, con la successiva perdita di autonomia. La vulnerabilità personale e lo stress sono i due fattori principali che conducono alla malattia mentale per chi vi è predisposto da situazioni genetiche e ambientali.

Elide Giordani