
di Elide Giordani
Un business inimmaginabile fino a qualche anno fa sta attirando l’attenzione sul mercatino dell’antiquariato, che ogni terzo fine settimana del mese espone oggetti d’epoca di vario genere alla Fiera di Cesena. Gli espositori già lo conoscono e qualcuno di loro è persino un po’ infastidito. Per molti visitatori e acquirenti è invece una curiosità tutta da scoprire.
Cosa ci fanno, si è chiesto qualcuno (l’appuntamento è indefettibile anche per chi vuole soltanto fare una passeggiata tra curiosità e ricerca dell’oggetto raro) quei capannelli di cinesi, giovani di solito, protesi su banchi e intorno alle vetrine mentre confabulano animatamente tra loro con i cellulari in mano pronti a immortalare di tutto? Vogliono portarsi a casa un souvenir quantomeno fotografico di oggetti che, probabilmente, per loro sono particolarmente esotici, verrebbe da dire. Non è così.
Lo spiega bene Michela Semprini Cesari, responsabile commerciale del mercatino ’C’era una volta. Antiquariato’. "Fotografano gli oggetti che secondo la loro valutazione possono interessare ad una platea di acquirenti con cui sono in contatto su alcune loro piattaforme on line e avviano una contrattazione sulla base dell’interesse che nel frattempo chi sta dall’altra parte ha manifestato concretamente. In sintesi acquistano ciò che già hanno venduto". Una contrattazione in tempo reale che collega Cesena con chissà quale acquirente nell’immensità della Cina odierna. Uno sviluppo del business spinto dall’informatica e dalle comunicazioni via internet che potrebbe dare avvio ad un allargamento inimmaginabile. "Pagano in contanti e spendono tanto – spiega Michela Semprini Cesari – ma qualche commerciante, pur consapevole degli affari che si possono portare a termine, è infastidito dalla loro presenza un po’ troppo pressante intorno ai banchi, restano infatti tutto il giorno in fiera e contrattano accanitamente, un atteggiamento che gli acquirenti italiani di solito esprimono con minore tenacia".
Gli articoli che destano interesse sono i gioielli antichi, i soprammobili, quadri, capi di vestiario vintage di cui la fiera ha grande assortimento. "Mi hanno acquistato quasi mezza esposizione, oggi – diceva soddisfatta una venditrice domenica –. scorsa. La sua collezione di gioielli d’antan, bellissimi e di discreto valore, è stata presidiata per ore da due ragazze cinesi che, cellulari alla mano, si consultavano freneticamente come se partecipassero ad un’asta. "E’ un fenomeno iniziato poco prima del Covid - testimonia la responsabile commerciale del mercatino - se ne vedevano alcuni qua e là. Oggi la loro presenza si è fatta molto più consistente. Sono tanti. Tendenzialmente sono giovani, ragazzi e ragazze. Alcuni con cui ho scambiato qualche chiacchiera erano studenti residenti in Italia. Parlano perfettamente l’italiano e, evidentemente, conoscono i gusti dei loro connazionali proiettati verso un genere impossibile da trovare sui loro mercati. Ma non è un fenomeno esclusivamente cinese, abbiamo notato anche alcuni sono russi". Quali sono le piattaforme sui cui ’espongono’ la merce? "Difficile dirlo, così come è impossibile sapere quanti e chi sono i loro potenziali clienti. Fanno regolare fattura e spediscono a loro spese". Il futuro del business è già qui.