
Ci troviamo nel secondo cerchio dell’Inferno, dove sono puniti ‘i peccator carnali’. Si tratta dei lussuriosi, i peccatori che hanno ceduto alla tentazione del peccato sessuale. Ce se sono moltissimi, Didone, Achille, re, regine. Sono continuamente sbattuti da una bufera infernale, che non si ferma mai. Fra i dannati, due che vanno sempre insieme abbracciati. Dante chiede a Virgilio di parlare con loro. La bufera miracolosamente si ferma e i due si avvicinano. Sono Paolo e Francesca, due cognati uccisi dal marito di lei e fratello di lui perché sorpresi insieme in flagranza di adulterio.
Francesca Malatesta è andata in sposa a Gianciotto, lo zoppo, signore di Rimini. Paolo è fratello di Gianciotto. Paolo e Francesca sono due personaggi esistiti realmente. Francesca da Polenta era figlia di Guido da Polenta, capofamiglia dei Da Polenta, signori di Ravenna.
Paolo Malatesta nacque intorno al 1246. La famiglia di Paolo diede origine ai Malatesta signori di Rimini e di Verucchio. Era detto il Bello per il suo aspetto fisico, al contrario del fratello Gianciotto. Paolo sposò nel 1269 Orabile Beatrice, ultima erede dei conti di Ghiaggiolo. Furono combinate delle nozze fra Gianciotto e Francesca dalle famiglie almeno dal 1266, ad ogni modo non si trattava certo di un matrimonio d’amore: nel 1275 Francesca aveva 15 o 16 anni.
Per evitare il possibile rifiuto da parte della giovane Francesca, i potenti signori di Rimini e Ravenna tramarono un inganno. Mandarono a Ravenna Paolo il Bello, fratello di Gianciotto. Francesca accettò con gioia le nozze. Si rassegnò poi presto e diede a Gianciotto una figlia femmina, Concordia, come la suocera che cercava di allietare le sue giornate tristi.
Si racconta che Paolo si pentì per aver ingannato la sua amante, così iniziò a farle visita quotidianamente, Racconta Francesca a Dante che mentre i due leggevano la storia di Lancillotto e Ginevra, si baciarono. Uno dei fratelli, Malatestino dell’Occhio, così chiamato perchè aveva un occhio solo, s’accorse degli incontri segreti tra Paolo e Francesca. Un giorno del settembre 1289, Paolo passò per una delle sue solite visite e qualcuno (forse Malatestino) avvisò Giangiotto. Questi, che ogni mattina partiva per Pesaro per far ritorno a tarda sera, finse di partire ma rientrò da un passaggio segreto, aprì la porta e li sorprese. Paolo cercò di salvarsi passando dalla botola che si trovava vicino alla porta ma, si dice, che il vestito gli si impigliò in un chiodo, dovette tornare indietro, Francesca si mise davanti all’amato per salvarlo ma... Gianciotto li trafisse entrambi.
È Francesca che racconta la sua storia e la loro tragedia. Dante rimane scioccato perché scopre che l’amore teorizzato nel dolce stilnovo come strumento di elevazione spirituale può portare invece alla morte. Il Dolce Stil Novo,importante movimento poetico italiano sviluppatosi tra il 1280 e il 1310 a Firenze, aveva creato un nuovo concetto di donna, concepita adesso come donna angelo, donna angelica. "Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende". Oggi crediamo più ad un amore carnale che spirituale, cioè che che riguardi il corpo e, quindi, non lo spirito. Abbiamo un’idea terrena di coppia e non eterea, spirituale, come aveva Dante per Beatrice. Quello che è rimasto e sempre sarà è l’importanza dell’amore. L’amore è una bella e forte emozione, non possiamo vivere senza amore ma non esiste solo l’amore per un uomo o una donna. Amore per amici, per i genitori, per i nonni, per un fratello o sorella, per un cane, un gatto. Senza amore, noi tutti, non saremmo nati. Sarebbe un mondo grigio e spento. Un mondo neutro. Invece grazie all’amore “che move il sole e le altre stelle” abbiamo un mondo felice e colorato.
Classe terza T San Domenico
(articolo fuori concorso)