Cesena, 14 aprile 2024 – Il cinema ci metterà anche gli effetti speciali, ma gli investigatori della vita reale hanno tutto quello che serve per compensare con intuizioni e abnegazione. A Cesena i fatti hanno appena dimostrato che per dare identità a ignoti scassinatori di bar e ristoranti, le scene da film trovano anche riscontri più che concreti. In effetti grazie alla certosina ricostruzione delle impronte lasciate da un ladro all’interno di un locale appena depredato, la polizia scientifica del commissariato di Cesena è riuscita prima dare un’identità e poi a raggiungere a denunciare il sospettato di una serie di ‘colpi’ avvenuti in città negli ultimi tempi.
Si tratterebbe di un cittadino di origine bulgare del 1999 che ha già diversi precedenti per truffa, traffico di sostanze stupefacenti e frode e che è ritenuto il responsabile delle effrazioni effettuate al Caffè Mokadé, nel complesso di ‘Cesena Anni Novanta’ e all’Osteria del Lampione in corso Cavour.
La sua identificazione è stata possibile grazie a un’attenta e puntuale attività investigativa e, in particolare, attraverso il rilevamento delle impronte digitali, trovate nel corso dei sopralluoghi realizzati dalle forze dell’ordine. Gli operatori della Scientifica, intervenuti per entrambi i furti, nel corso delle loro indagini avevano notato la presenza di alcune impronte lasciate inavvertitamente dal ladro sulle superfici dei locali ‘visitati’. Dalla raccolta di queste tracce e dalla loro analisi, i poliziotti sono riusciti a ricondurre i due episodi di furto allo stesso autore.
Per quanto riguarda il furto al Mokadè, fondamentale è stato anche il rilievo effettuato sui segni della suola di una scarpa, che sono stati successivamente confrontati con la calzatura rinvenuta presso l’abitazione del cittadino bulgaro durante una perquisizione dei locali. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso un identico modus operandi da parte del sospettato che, arrampicandosi e forzando le finestre vasistas a vetro di entrambi gli esercizi commerciali, era riuscito a introdursi al loro interno durante gli orari di chiusura e a impossessarsi del fondo cassa, e nel caso del Mokadè, anche a saccheggiare diversi prodotti e generi alimentari.
In particolare il bar che si affaccia nella zona di via Piave, è stato preso di mira due volte nell’arco di appena un mese: il 19 febbraio e il 20 marzo. In entrambi i casi, per introdursi nel locale, lo sgradito visitatore aveva fatto uso delle sue abilità atletiche, per arrasparsi e poi intrufolarsi nel locale sfruttando uno stretto passaggio. Evidentemente si sentiva al sicuro da ogni sospetto, tanto da non disfarsi degli indumenti che lo avrebbero potuto rendere identificabile. Il fiuto della polizia lo ha costretto a ricredersi e così ora per lui è scattata la denuncia.