Sara
Servadei
Se c’è una cosa che abbiamo imparato nell’ultimo anno e mezzo è che col Covid non si può mai abbassare la guardia. E difatti, dopo quella ‘alfa’ (anche detta ‘inglese’) ora in tutto il mondo si sta diffondendo un’altra variante: quella ‘delta’, o ‘indiana’. Ieri la Regione ha annunciato che da questa settimana l’operazione di sequenziamento dei tamponi positivi (che serve per individuare la presenza di varianti) verrà fatta su tutti i test, e non più a campione. Abbiamo parlato della situazione attuale con Raffaella Angelini, direttrice dell’Igiene pubblica dell’Ausl.
Angelini, abbiamo già casi di variante Delta nel nostro territorio?
"Non molti, ma qualcuno si comincia a vedere. Il problema con le varianti è che quando inizi a vederle in poco tempo diventano prevalenti, come è successo con la inglese. Ora comunque tutti i tamponi vengono sequenziati, e quelli di variante indiana sono fortunatamente pochi. Non ci sono stati focolai come a Piacenza, però dobbiamo aspettarci che possa succedere".
Quanti casi avete registrato finora?
"Due in Romagna in totale".
I vaccini contano?
"Sì. Il virus per sua natura tende a mutare. E anche per questo è importante vaccinarsi: perché mentre il virus si diffonde muta, e meno vaccinati ci sono e più il virus si diffonde. A un certo punto potrebbe mutare fino a creare dei mutanti migliori nel superare le nostre difese. Il virus muta casualmente, ma alla fine è la variante con le migliori chance di trasmettersi a diventare prevalente. Difatti la variante inglese è più contagiosa di quella di Wuhan, e quella Delta lo è più della inglese. Solo con la vaccinazione potremo essere liberi".
Tutti i vaccini sono efficaci contro la Delta?
"Sì, ma completando il ciclo".
Come stanno rispondendo le persone alla vaccinazione?
"Ora tutti hanno la possibilità di prenotarsi, ed è importante che le persone lo facciano. Il fatto che ci siano bassi livelli di incidenza non vuol dire che il pericolo è alle spalle, l’estate scorsa ce lo ha insegnato. Dobbiamo proteggere il maggior numero di persone possibile prima dell’arrivo della stagione fredda, anche per le scuole. Abbiamo parlato tanto dei ragazzi costretti a rinunciare alla socialità, ora abbiamo un’arma per combattere il virus: usiamola".
I giovani stanno rispondendo alla possibilità di vaccinarsi?
"Sì, però man mano che l’età cala aumentano coloro che scelgono di non vaccinarsi, che non si prenotano o che rimandano la scelta. Inutile cercare di convincere chi è assolutamente per il no, ma c’è gente che pensa ‘ora non lo faccio, ci penso in autunno se il virus torna a livelli alti’, e non è la scelta più saggia. Ora nella fascia 12-19 anni ha iniziato il ciclo il 20% dei romagnoli, il 28% tra i 20 e i 29 anni e circa la metà delle persone tra i 40-49enni. I dati non sono male, ma occorre non farsi prendere dalla frenesia estiva e pensare che ‘è tutto finito’. Questo è un ottimo periodo per vaccinarsi, bisogna farlo prima che la circolazione del virus aumenti. L’estate finirà".
Servirà una terza dose?
"Ancora non c’è niente di ufficiale, forse ne avranno bisogno le categorie più a rischio. Per ora sappiamo che la validità è 9 mesi, vedremo".
La variante Delta dà anche quadri clinici più gravi?
"Al momento in Inghilterra c’è stato un aumento molto forte della diffusione dell’infezione, tanto che si è tornati ai valori di febbraio, e ovviamente questo si porta dietro anche un aumento proporzionale del numeri dei ricoveri. Questo non vuol dire che il virus sia più feroce, ma quando aumenta il numero dei contagi aumentano proporzionalmente anche coloro che hanno bisogno di cure più pesanti". A Bologna, a causa della variante Delta, si sta pensando di accorciare i tempi del richiamo di AstraZeneca. È una cosa che anche voi state prendendo in considerazione?
"No, non per ora. La scelta di attendere due mesi per il richiamo è stata presa perché gli studi mostravano l’efficacia massima con quelle tempistiche".