Racconti golosi dentro una elegante scatola di latta: quelli dei waferini Babbi in gloriosa schiera sotto un lenzuolino di carta velina. Sul coperchio della scatola originaria (1960, ma in auge ancora oggi in diversi formati) disegni a colori delle città e cittadine romagnole: come un biglietto da visita. Oggi lo diamo per scontata, ma sessanta anni fa non era così. Fu invece una delle scommesse vincenti di Attilio Babbi, il fondatore della nota azienda dolciaria cesenate oggi attiva sul mercato internazionale con varie specialità: spostamenti progressivi di piaceri della gola. Sessanta anni fa la Babbi era ancora nella sede cittadina, con ingresso in via Pietro Turchi. La piccola ma vivace azienda cesenate era partita con i coni gelato. Dalla cialda dei coni (wafer è parola inglese che significa appunto cialda) ai prelibati waferini imbottiti di crema di nocciola e vaniglia il passo fu breve. Quando iniziavano le produzioni il quartiere era avvolto di profumo di vaniglia. Quel prodotto di nicchia chiedeva una confezione adeguata: di qui la scelta coraggiosa di una scatola di latta, sul filo conduttore delle migliori tradizione europea. Perché coraggiosa? Perché una confezione in metallo incide di più, rispetto a confezioni in cartone, sui costi di produzione e quindi anche di vendita: Giulio Babbi (classe 1928, ma memoria lucida) figlio di Attilio, ricorda che quella scatola litografata fu progettata da specialisti e realizzata, nelle sue prime versioni, da un’azienda umbra. Bella intuizione. Una confezione di cartone viene gettata: una scatola di latta ha invece una seconda vita, torna utile come simpatico contenitore casalingo. Attilio Babbi aveva coraggio e idee da vendere. Anche se non possedeva , allora, la potenza economica d’altre industrie dolciarie che diffusero i loro prodotti sull’onda trascinante di Carosello.
Tuttavia il percorso di nicchia dei prodotti Babbi, piano piano ma irresistibilmente, conquistava una vasta schiera di golosi, compresi noti personaggi politici: da Almirante a Bertinotti, da Andreotti a Prodi, Pertini e persino papa Woytila. Recentemente i waferini Babbi sono stati involontari protagonisti anche d’una curiosa (e clamorosa) vicenda di presunto spionaggio. Riassunto. Maggio 2021: la trasmissione televisiva Report lancia un suo servizio su un ‘misterioso’ incontro avvenuto in un autogrill tra il senatore Matteo Renzi e un agente del controspionaggio italiano, sulla scorta di riprese filmate con lo smartphone da una cittadina incuriosita. Quel servizio suscitò sospetti e clamori, anche se poi quel incontro apparso inconsueto si rivelò senza scenari spioni e complottisti: solo un veloce contatto augurale avvenuto alla vigilia del Natale precedente. Quell’agente ‘007’, oggi in pensione, è un romagnolo: Mauro Mancini, che nel novembre 2023 ha pubblicato un vivace libro, ”Le regole del gioco’, in cui offre la sua versione dei fatti anche su questa specifica vicenda con un ironico capitolo titolato appunto : “Babbi e spie”. Spiegando che, essendo romagnolo, ama regalare agli amici per Natale bottiglie di Sangiovese, piada e squacquerone oppure waferini Babbi. Quante storie golose continua raccontare una bella scatola di questi eccellenti waferini…