LUCA RAVAGLIA
Cronaca

La salute dei distretti. L’ortofrutta cresce ancora, il calzaturiero soffre

L’analisi dell’andamento dell’export in uno studio di Intesa Sanpaolo

L’analisi dell’andamento dell’export in uno studio di Intesa Sanpaolo

L’analisi dell’andamento dell’export in uno studio di Intesa Sanpaolo

Luci e ombre, come sempre. In particolare quando si parla dell’economia di un territorio come il nostro nel quale a certe eccellenze, come quelle legate al mondo dell’ortofrutta, si contrappongo fasi di fortissima crisi che hanno coinvolto comparti altrettanto radicati nel tessuto locale, come quello calzaturiero, che rischiano di minare, indotto compreso, tanti posti di lavoro.

A tracciare il quadro è uno studio curato dal dipartimento di ricerca di Intesa Sanpaolo e dedicato al settore delle esportazioni in Emilia Romagna. Ambito nel quale pure la nostra provincia detiene un ruolo cruciale in termini numerici. Se a livello regionale ci confermiamo tra le principali realtà italiane per valore delle esportazioni dei distretti industriali, registrando un totale di 16,1 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2024, il periodo gennaio-settembre 2024 ha visto un calo dell’1,5% rispetto al 2023, con una lieve contrazione anche nel terzo trimestre (-0,4%).

La meccanica, settore di punta della regione per valore dell’export, ha subìto una contrazione del 3,7%, ma ora le prospettive parlano di un moderato recupero, favorito dalla possibile riduzione dei tassi di interesse che dovrebbe stimolare in Europa gli investimenti nella doppia transizione green e digitale.

Il settore agro-alimentare si conferma invece un punto di forza, con una crescita robusta (+7,2%) sostenuta dall’eccellenza dei prodotti e dalla diversificazione geografica. L’ortofrutta romagnola in particolare ha registrato un aumento dell’11,6%.

Segnali di ripresa emergono nel sistema casa, che riduce il calo complessivo al -2,4% nei primi nove mesi, grazie a un terzo trimestre positivo (+1,4%), mentre il distretto dei mobili imbottiti di Forlì ha chiuso il terzo trimestre con un calo dell’11,7%, portando la contrazione complessiva del periodo gennaio-settembre al 3,1%. Le difficoltà del settore sono attribuibili principalmente alla riduzione della domanda europea.

Un dato ancora peggiore riguarda il settore calzaturiero di San Mauro Pascoli, che ha registrato una contrazione del 20,3%. A riguardo è intervenuto anche il presidente della Camera di Commercio della Romagna Carlo Battistini: "Il tema è attuale e molto complesso – è la sua analisi – come dimostrano i tavoli aperti su vari piani istituzionali e nei quali si discute di flessioni che per certi tipi di mercati, come per esempio quello russo, arrivano anche a sfiorare il 40%. Quando parliamo di settore calzaturiero nel nostro territorio, il riferimento è al comparto del lusso, che sta subendo significative variazioni a livello mondale. La problematica è strutturale e serve trovare riposte concrete a tutela delle imprese, dei lavoratori e dunque del territorio. Un dato su tutti: nel 2024 sono state registrate oltre un milione di ore di cassa integrazione.

Per la nostra fetta di Romagna, l’export ha come primo mercato di riferimento quello statunitense, sceso del 4,5%, seguito da quello tedesco (-13%), quello russo (-39), francese (-21,9) e cinese (-23,2%). Serve prima di tutto resistere, confermando la cassa integrazione. E poi trovare soluzioni che di certo non sono semplici, ma che sono altrettanto urgenti, per dare risposta a un modo che sta cambiando e che devono passare da investimenti, a partire da quelli sul Made in Italy, sull’evoluzione digitale e nella logistica".