Chi lo dice che l’estate è fatta per rilassarsi? La Nuova Virtus Cesena ha trascorso gli ultimi mesi lavorando sodo sulla programmazione futura, sia nell’ottica societaria, sia del roster che si appresta a disputare il nuovo campionato di basket di serie B femminile.
Coach Luca Chiadini, con quali aspettative partite?
"Innanzitutto con la consapevolezza di aver svolto un buonissimo lavoro. Al termine della costruzione di un gruppo c’è sempre qualche postilla da mettere, magari un dettaglio che si sarebbe voluto migliorare. Questa volta però mi sento di dire che è andato tutto esattamente secondo i piani. Poi certo la teoria è un conto e i risultati in campo sono un altro, però sono davvero convinto che la nuova squadra potrà fare molto bene, in un campionato particolarmente difficile, con la formula rinnovata". Servirà poco tempo per rendersene conto.
"Inizieremo gli allenamenti giovedì 23 agosto. Non vediamo l’ora".
Cosa ha fatto la differenza? "La credibilità del nostro club. Lo scorso anno eravamo un ‘puntino’, ora invece siamo finiti nei radar di tutti: gli altri club, i procuratori delle atlete: abbiamo ricevuto tantissimi contatti. Un risultato come questo si raggiunge con la credibilità e l’autorevolezza che ti costruisci durante la stagione".
Il vostro organigramma pullula di gente che mastica pallacanestro da una vita, avendo toccato anche livelli stratosferici.
"Mara Fullin, Ivana Donadel, Luca Cimatti… Diciamo che qui si sa quello di cui si parla".
Modesto. Dimentica Luca Chiadini.
"Ho fatto e continuerò a fare la mia parte, mosso da un grandissimo entusiasmo per un progetto che mi ha conquistato".
Racconti.
"La prima squadra non può prescindere dal vivaio. Stiamo investendo su un gruppo molto giovane e di talento. Non abbiamo scelto trentenni, ma ventenni. E anche giocatrici più giovani che si aggregheranno alla prima squadra e disputeranno pure i campionati giovanili under 17 e under 19. In passato abbiamo già raggiunto le finali nazionali, vogliamo continuare su quella strada, puntando su uno staff tecnico di primissimo ordine e allo stesso tempo sulla voglia di far crescere atlete che fin dai primi anni di minibasket si avvicinino a questo sport divertendosi e crescendo dentro e fuori dal campo. Vogliamo che il nostro progetto porti frutti importanti partendo dal basso. Perché il sogno è arrivare tra qualche anno a un roster costruito in larga parte da ragazze cresciute nel nostro vivaio. E’ un importante vantaggio economico e allo stesso tempo è indice di radicamento. Il radicamento è la parola cruciale".
State seminando in una città che vive di calcio. Come andiamo coi germogli?
"Le cose buone vengono sempre riconosciute. Non voglio tornarne agli anni dello scudetto e della Coppa campioni, ma è innegabile che a Cesena la nostra realtà sta facendo davvero bene. E questo non è passato inosservato".