LUCA RAVAGLIA
Cronaca

La grande paura a Ronta: "Stavolta ci siamo salvati, ma non siamo protetti"

Ultimo giorno di zona rossa con i sacchi di sabbia. I residenti: "Mettere mano a fogne e fossi". Cesena Siamo Noi: "Nessuna opera anti-alluvione realizzata".

La grande paura a Ronta: "Stavolta ci siamo salvati, ma non siamo protetti"

Ultimo giorno di zona rossa con i sacchi di sabbia. I residenti: "Mettere mano a fogne e fossi". Cesena Siamo Noi: "Nessuna opera anti-alluvione realizzata".

A Ronta, nell’ultimo giorno di zona rossa, col sole che sempre più spesso si intervalla alla pioggia sono rimaste una paio di transenne che delimitano via Fornasaccia e qualche stesa di sacchi di sabbia collocati davanti agli ingressi delle case. Ci sono stati garage allagati e qualche abitazione lambita: per fortuna il cataclisma è stato evitato, ma la preoccupazione continua a essere una costante di chi vive in zona.

"Ieri si sono visti gli operatori del Comune che hanno pulito i tombini. Sarebbe stato meglio farlo prima , non dopo. E’ anche passato il vicesindaco Christian Castorri per un sopralluogo. Non è una questione di colori politici, ma di interventi che non possono essere più rimandati. I fondi sono arrivati, dove sono stati spesi? Come? Su certi aspetti vorremmo chiarezza, non per chiedere contributi da elargire ai privati, ma per domandare interventi pubblici in grado di far fronte ai problemi. Chiediamo che si metta mano alle strade, alla rete fognaria, ai campi. I fossi devono essere mantenuti correttamente e serve tenere l’attenzione sempre alta, perché non è possibile che si formino allagamenti di così grande portata".

Nel borgo ci si conosce tutti. E ci si aiuta. C’è la casa all’angolo dove l’anno scorso, in piena emergenza, un buon caffè non si negava a nessuno; c’è il figlio che corre a vedere se i genitori hanno bisogno di una mano; ci sono marito e moglie, anziani e che vivono soli, ai quali tutti vogliono bene; c’è chi si sta adoperando per far nascere un comitato in grado di rappresentare le richieste della frazione. "Questa volta ci siamo salvati, ma ciò che è successo nel ravennate avrebbe benissimo potuto capitare di nuovo anche alla nostra comunità. E’ già passato un anno e mezzo dal maggio del 2023. Serve tempo, d’accordo, ma il tempo deve essere utilizzato al meglio. Ogni momento è prezioso. Possiamo ben dirlo noi, che abbiamo trascorso la notte tra mercoledì e giovedì svegli, a guardare fuori dalla finestra, temendo un’altra apocalisse".

Intanto, in relazione alle conseguenze del maltempo, sono stati disposti lavori di ripristino nella strada comunale San Matteo, nelle colline sopra Borello. Da lunedì 23 settembre fino all’11 ottobre, sarà istituito un senso unico alternato che riguarderà anche le vie Pianazze, Sant’Alberto, Campiano e Selva Rotonda. Sempre sul tema del maltempo è intervenuto anche Marco Giangrandi , capogruppo di Cesena Siamo Noi: "Dopo un anno e mezzo di promesse disattese, il ciclone Boris - che fortunatamente questa volta ha solo sfiorato la città di Cesena - ci ha ricordato che nessuna delle opere anti-alluvione è stata ancora realizzata. Rispetto alla tragedia del 2023, questa volta c’è stata senza dubbio più organizzazione nella gestione dell’emergenza (…) ma sul fronte organizzativo Cesena resta sempre un passo indietro rispetto alle legittime necessità di una comunità che non può sempre sperare nella buona sorte. Cesena, che non ama piangersi addosso, non vuole vivere di sussidi, ma di prevenzione. La Regione è l’unica responsabile istituzionale nella gestione degli alvei fluviali, ma anche questa volta assistiamo al solito teatrino della politica. Che, come sempre, si consuma sulla pelle della povera gente".