REDAZIONE CESENA

La giunta replica al centrodestra: "I corsi di arabo e bengalese mantengono viva la lingua nativa"

L’assessora Labruzzo: "Non significa cancellare la lingua italiana, ma integrare l’insegnamento un’ottica di inclusione". Casali (FdI): "Le imprese cercano manodopera, per una vera integrazione vanno fatti di italiano".

Insegnanti delle scuole di arabo insieme ai rappresentanti del centro interculturale e dell’amministrazione comunale

Insegnanti delle scuole di arabo insieme ai rappresentanti del centro interculturale e dell’amministrazione comunale

"Sorprende come le tre scuole di lingua araba e quella bengalese abbiano scaturito reazioni disparate e ingiustificate da parte di un certo mondo politico che proprio non accetta i concetti di integrazione e interscambio linguistico e culturale". Così l’assessora ai servizi alla persona Carmelina Labruzzo risponde alla critiche avanzate da Lega e Fratelli d’Italia all’istituzione di questi corsi (organizzati da associazioni di immmigrati) a cui partecipano 400 bambini.

"Questa amministrazione comunale – prosegue l’assessora - sviluppa politiche in cui lo scambio tra culture e tradizioni è posto al centro degli incontri tra le comunità. Per questa ragione, accogliendo una precisa richiesta, abbiamo facilitato l’incontro tra alcune dirigenze scolastiche e i rappresentanti delle comunità residenti a Cesena per consentire loro di insegnare la madrelingua ai più giovani una volta alla settimana. Questo non vuol dire cancellare la lingua italiana ma integrare l’insegnamento consentendo agli studenti di madrelingua italiana di apprendere nuove lingue e a quelli di madrelingua araba di non dimenticare quella nativa. I corsi di lingua italiana del Centro interculturale sono rivolti a persone dai 15 anni in poi, anche adulti. Nel 2024 si sono iscritti in 531 da Marocco, Tunisia, Perù e Pakistan". Il capogruppo consiliare di FdI Marco Casali intanto torna alla carica: "Le imprese che necessitano di manodopera hanno bisogno di lavoratori integrati, e un elemento essenziale di una buona integrazione è la comunicazione. Senza una conoscenza adeguata della lingua italiana, qualsiasi processo di inclusione rischia di rimanere inefficace. Per questo sarebbe più logico e produttivo investire in corsi di italiano invece che su lingue d’origine"".

Immediata la replica di Sinistra Italiana: "Evidentemente per le destre cesenati l’integrazione delle persone straniere ha valore solo nella misura in cui fornisce forza-lavoro da sfruttare nelle grandi aziende del territorio, ma lì si ferma. Le scuole di lingua araba e bengalese in realtà rappresentano non solo un’opportunità per i bambini e le famiglie di origine straniera, ma anche per tutta la comunità cesenate".

Andrea Alessandrini