
La sede cesenate del Gruppo Trevi, in alto il progetto di consolidamento
Sarà il Gruppo Trevi di Cesena a ‘salvare’ la torre della Garisenda di Bologna, simbolo della città insieme alla vicina (più alta e famosa) torre degli Asinelli. Il Comune di Bologna, seguendo un procedimento logico, ha deciso di affidare all’azienda di Pievesestina la messa in sicurezza della Garisenda per la quale era suonato il campanello dell’allarme a ottobre 2023 in base alle segnalazioni dei sensori che avevano rilevato un movimento di torsione, pur restando invariata l’inclinazione della torre, da sempre pendente come quella di Pisa il cui consolidamento è stato messo in opera tra il 1990 e il 2001 da un consorzio di aziende guidate dal Gruppo Trevi.
Nei prossimi giorni arriveranno a Pievesestina le attrezzature realizzate dalla Soilmec per agganciare e tenere in sicurezza la torre di Pisa durante i lavori di consolidamento: si tratta di funi d’acciaio del diametro di 50 millimetri collegate alla Torre a livello del terzo ordine e ancorate a due strutture in carpenteria metallica. Le attrezzature, di proprietà dell’Opera della Primaziale Pisana, erano state sistemate in disparte nella piazza dei Miracoli per essere pronte a essere nuovamente impiegate in caso di ulteriori cedimenti del terreno che per fortuna non si sono verificati. Sono state concesse in comodato d’uso gratuito al Comune di Bologna, ma per essere impiegate a sostegno della Garisenda dovranno essere modificate sostanzialmente: in particolare dovranno essere prolungate in altezza di circa otto metri (adesso sono alte 12 metri) le strutture metalliche che, tramite pali infissi nel terreno fino a trenta metri di profondità, hanno la funzione di ancoraggio per le funi che dovranno sostenere la torre durante i lavori di consolidamento del terreno sottostante, analogamente alla procedura seguita a Pisa. Anche le funi di sostegno dovranno essere modificate in quanto la Torre di Pisa è rotonda, mentre la Garisenda è quadrata.
Il contesto in cui si opererà a Bologna è sostanzialmente diverso da quello di Pisa: in Toscana c’erano ampi spazi attorno alla torre e le strutture metalliche alle quali erano collocate le funi di sostegno erano a 103 metri di distanza dalla torre, a Bologna gli spazi di piazza di Porta Ravegnana sono molto più ridotti, quindi sarà necessario elaborare un piano diverso. La strategia, comunque, sarà la stessa: consolidare il terreno sul quale poggia la Garisenda in modo da impedire ulteriori movimenti. Per questo, dopo dopo approfondite indagini geologiche, la torre sarà ancorata alle strutture metalliche e nel terreno su cui poggia verranno iniettate sostanze che ne favoriranno il consolidamento.
Le operazioni per mettere in completa sicurezza la Torre della Garisenda richiederanno alcuni anni di lavori (a Pisa furono undici) durante i quali ci saranno forti disagi per i residenti e gli esercenti dei negozi attorno alla piazza in cui ci sono le due torri. Inoltre durerà molto a lungo la nuova disposizione per la circolazione stradale. Non mancherà, invece, la straordinaria visione delle due torri, da sempre simbolo di Bologna, per chi percorrerà via Rizzoli, con l’aggiunta delle strutture a sostegno della Garisenda. Una variante da immortalare negli immancabili selfie dei turisti e dei bolognesi.
Paolo Morelli