"Buon compleanno Renato Serra!" Titola così, il Comune di Cesena, la serie di eventi celebrativi dell’anniversario dei 140 anni dalla nascita dell’illustre concittadino. Scrittore, critico letterario, direttore della Malatestiana dal 1909 al 1915, protagonista della vita culturale cittadina, ma anche di quel che oggi chiamiamo gossip, per quelle sue frequentazioni femminili, amante del gioco, ma anche sportivo e con tanti dubbi sul ruolo del letterato e sul senso della guerra; da cui il famoso testo "Esame di coscienza di un letterato", usato come titolo del film realizzato da Corrado Bertoni nel 1984, su soggetto e sceneggiatura di Mino Savadori, e proiettato in Malatestiana domani alle 18. "Due episodi biografici (la stesura del saggio su Paul Fort e un ritratto fotografico) – dicono le note di regia -, formano la struttura portante per proporre avvenimenti della vita di Serra, vissuti dal personaggio come frammenti della memoria, tra uscite in bicicletta e amore per il paesaggio. Diverse riprese sono state effettuate presso la Biblioteca".
Il 5 dicembre 1884 nasceva a Cesena Renato Serra, nella casa di famiglia al numero 29 dell’attuale viale Carducci (oggi museo di casa Serra). Si diplomò ad appena 15 anni al liceo classico Monti, con licenza d’onore per l’eccellente profitto, laureandosi a 20 in Lettere a Bologna, allievo delle ultime lezioni di Giosuè Carducci. Renato Serra ha un pronipote che ne porta il nome, e lo ricorda nei tratti somatici, che vive a Bologna e ha una frequentazione assidua alle iniziative promosse nella nostra città per mantenere viva la memoria del prozio, anche se, in questa circostanza non gli è pervenuto uno specifico invito a presenziare agli eventi che vedono comunque la sua partecipazione all’apertura straordinaria di casa Serra di giovedì dalle 15 alle ore 18, con visite guidate dagli studenti dell’Ite e la presenza del professore Francesco Della Vittoria. "Non ho calcato le orme del celebre antenato – commenta Renato Serra -, mi sono dedicato agli aspetti commerciali dell’azienda di famiglia, ma è innegabile che in casa nostra aleggi lo spirito del prozio di cui conserviamo documenti, effetti personali, indumenti, la cassetta di guerra; di qualche ‘ritrovamento’ documentale informo studiosi quali Marino Biondi, Roberto Greggi e a suo tempo Ezio Raimondi. È un piacere mantenere il ricordo di Serra e per quanto possibile decorosa la casa che, dopo la costituzione di una Fondazione omonima con l’allora sindaco Conti e poi la successiva soppressione, ha conosciuto anni di oblio, di resurrezione a cura dell’architetta Marisa Zattini e ora gode della buona volontà degli allievi dell’itituto ‘Serra’ e della docente Raffaella Martina che l’hanno riavviata".
"Domenica – aggiunge Franco Spazzoli, studioso del letterato – nella visita guidata che farò in Pinacoteca alle 17, leggerò passi di un tema che Renato Serra scrisse a 14 anni, relativo a un quadro della Madonna del Sassoferrato".
Nelle foto il letterato e il pronipote omonimo.