LUCA RAVAGLIA
Cronaca

La difesa del presidente Sacchetti: "Lavoriamo per contenere i disagi. Ma la carenza di autisti è grave"

I problemi di organico limitano i margini di manovra della società: "Durante gli orari di punta utilizziamo già tutta la flotta disponibile". "Bus semivuoti al pomeriggio, meglio il servizio a chiamata".

La difesa del presidente Sacchetti: "Lavoriamo per contenere i disagi. Ma la carenza di autisti è grave"

La professione di autista risulta sempre meno attrattativa, a causa delle basse retribuzioni e dei turni (repertorio)

Roberto Sacchetti, presidente di Start Romagna, nelle ultime ore alle numerose proteste delle famiglie degli studenti che lamentano disservizi e cancellazioni in relazione alle corse dei bus durante gli orari scolastici, si è aggiunta la netta presa di posizione dell’assessore Christian Castorri che giudica inaccettabile il quadro attuale. Come risponde?

"Iniziando col dire che ogni giorno lavoriamo per contenere al massimo i disagi. E’ però chiaro che la situazione è complessa". Da dove si comincia?

"Da un dato di fatto: la carenza degli autisti è un problema nazionale e pure continentale. In Europa si stima che ne manchino 400.000".

E a Cesena?

"Al momento contiamo 137 autisti, il nostro intento è crescere di sei o sette unità nel breve termine, un numero non eclatante, ma che potrebbe fare la differenza: ogni autista in un turno garantisce mediamente dieci corse: parliamo dunque di una settantina di viaggi in più al giorno. Per arrivare a questo potenziamento stiamo lavorando su più fronti: organizziamo anche dei corsi di formazione al termine dei quali sosteniamo pure i costi non indifferenti legati al conseguimento della patente necessaria. Il punto è l’interesse per questa professione sta scemando. Un tempo a una selezione di personale si presentavano 700 candidati, mentre oggi siamo a cento. Di questi, quelli veramente interessati al posto si contano sulle dita delle mani". Perché?

"L’erosione del potere d’acquisto dei salari legata all’inflazione, evidentemente. Ma il problema non è solo economico".

Che altro?

"Dopo la pandemia i lavori che prevedono turni stanno andando in picchiata. In passato all’apertura di un bando, tanti rispondevano anche dal sud Italia. Ora sitiamo assistendo al movimento opposto: molti i autisti assunti in Romagna chiedono di tornare nelle loro città di origine. Senza dimenticare ovviamente i pensionamenti".

Col potenziamento dell’organico il problema si risolverebbe?

"Il problema si risolverebbe attraverso un diverso approccio al mondo del trasporto pubblico, costantemente alle prese con problemi di fondi. Se davvero si vuole incentivare questo tipo di mobilità, serve investire in maniera improntate. A livello nazionale, prima di tutto".

Castorri per l’immediato propone di privilegiare le fasce scolastiche, magari riducendo il numero delle corse pomeridiane e serali.

"Il tema della programmazione del servizio non è competenza nostra, ma è un dato di fatto che il quadro attuale è vecchio di 20 anni. Nel frattempo le esigenze sono cambiate".

In che modo?

"E’ difficilmente sostenibile utilizzare grandi bus lungo tratte nelle quali viaggiano quasi semivuoti. Molto meglio il servizio a chiamata come Bussì, che sta crescendo. Ma non tutti gli utenti di oggi sono pienamente ‘smart’, in grado di prenotare una corsa cliccando su un’app. Serve mediare".

Sacrificando alcune corse pomeridiane cosa cambierebbe? "A scanso di equivoci: già ora durante gli orari di punta impieghiamo tutta la flotta disponibile. Come disse l’assessore Corsini, non è che i bus nuovi li trovi al supermercato".

Dunque?

"I nuovi mezzi sono più grandi e garantiscono una ventina di posti in più. Certo, c’è da stare in piedi, spesso stretti, ma i nostri mezzi non viaggiano mai sovraccarichi. Abbiamo la possibilità di monitorarlo in tempo reale".