REDAZIONE CESENA

"Io e Giorgia Meloni, conservatori latini"

L’editore cesenate Francesco Giubilei frequenta da anni la leader di Fdi: "Non è dogmatica, ha superato le radici del Msi"

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di Emanuele Chesi

Una fitta rete di convegni, conferenze e incontri internazionali – a partire dalla kermesse del partito ‘Atreju’ – hanno ridisegnato il profilo ideologico e il pantheon di riferimento di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia in corsa per diventare capo del governo. Dietro a buona parte di questi contatti, artefice di riflessioni e libri sul ‘conservatorismo latino’ che è diventato la cifra valoriale dell’ex pasionaria della Garbatella, più Thatcher e meno Evita, c’è un giovane intellettuale cesenate, l’editore Francesco Giubilei.

Trentenne, presidente della Fondazione intitolata a Pinuccio Tatarella (stratega della ‘svolta di Fiuggi’ di Fini) e animatore dell’associazione Nazione Futura, Francesco Giubilei ha scritto un libro su Giorgia Meloni e la frequenta da diversi anni. Un’inchiesta giornalistica di Repubblica l’ha dipinto come il trait d’union tra la Meloni e il gotha dell’estremismo nero e populista internazionale. Un mix improbabile che va da Trump a Orban, da Casapound ai suprematisti bianchi. Lui fa spallucce: "Sciocchezze". E in verità lui è certo più un uomo da libri e convegni che da assalti al Campidoglio.

Giubilei, lei compare spesso a convegni e incontri con Giorgia Meloni e altri big di Fratelli d’Italia. E’ un ideologo del partito?

"No, non ho nessuna tessera. Faccio un lavoro culturale nell’area del centrodestra. Ma è vero che in questi anni mi sono confrontato spesso con Giorgia Meloni in sedi pubbliche".

Giorgia Meloni è pronta a diventare capo del governo?

"Tutto dipenderà dai risultati elettorali. E non è un modo di dire. Giorgia è consapevole che il momento è delicatissimo. Chiunque vada al governo troverà una situazione d’emergenza nazionale, dal debito pubblico ai costi dell’energia, alla crisi internazionale".

Che tipo è Giorgia Meloni?

"Per come l’ho conosciuta io è una persona molto ricettiva, disponibile ad accogliere idee diverse e proposte provenienti dai vari mondi. Non è dogmatica. Ad esempio sul tema dell’ambiente, in passato piuttosto ignorato dalla destra e lasciato alla sinistra, ha accolto con favore le idee dell’ecologismo conservatore".

L’origine della leader di FdI è nel Movimento sociale, poi attraverso la destra sociale è arrivata al conservatorismo odierno. Ma quali sono veramente le sue convinzioni?

"Nel corso degli anni si è aperta a temi e suggestioni che la destra sociale non considerava appieno, come la tutela della piccola impresa e delle partite iva, l’abbassamento della pressione fiscale, temi più liberali. I riferimenti culturali non sono più quelli della destra classica ma hanno incluso il pensiero di Giuseppe Prezzolini, del filosofo conservatore inglese Scruton, di Giovanni Paolo II e del filosofo cattolico Augusto Del Noce".

Da Almirante alla Thatcher?

"Dal Msi ad An fino a oggi, si tratta di attualizzare la svolta di Fiuggi: il pensiero conservatore è la risposta. Accogliere cioè il liberalismo in campo economico senza arrivare agli eccessi della sinistra e della cancel culture, moderare le suggestioni sovraniste mantenendo la tutela delle aziende italiane e degli interessi nazionali, evitando la deriva populista".

Non è esattamente un conservatorismo di tipo anglosassone.

"Esatto, è un conservatorismo latino, vicino al pensiero conservatore inglese e americano ma diverso, fortemente ispirato dal pensiero cattolico e attento alla difesa del welfare e dei ceti più deboli".

A questo punto che senso ha tenere ancora la fiamma missina nel simbolo?

"E’ un tema del dibattito interno, ma deve essere una scelta autonoma. Meloni non può farsela imporre da Letta alla vigilia delle elezioni, sarebbe un boomerang sull’elettorato".

Giorgia Meloni e il centrodestra hanno definitivamente archiviato certi slogan come No euro e No Europa? E certi ammiccamenti a Putin?

"Antieuropeismo e ritorno alla lira sono questioni uscite dal dibattito già dalle precedenti elezioni europee. Giorgia Meloni guida il gruppo dei conservatori europei dove i polacchi, europeisti e filo atlantici, sono i più forti. Non è in discussione la collocazione dell’Italia nell’alleanza occidentale contro la Russia. Certo occorre ragionare su un’Europa diversa dove l’Italia deve far sentire maggiormente il suo peso".