L’innovazione è un driver fondamentale dello sport, da sempre. Oggi più che mai, le tecnologie promettono di migliorare prestazioni e comfort. Nonostante il loro potenziale, tuttavia, molti sportivi scelgono di non rivelarne l’uso, proteggendo così un aspetto chiave del proprio asset competitivo. Dai materiali avanzati che migliorano la traspirabilità e riducono l’attrito, ai metodi di allenamento e protocolli di recupero all’avanguardia, e ancora dai sistemi di feedback con realtà aumentata fino alle solette al carbonio in grado di massimizzare l’energia sprigionata ad ogni passo: sono perlopiù un tabù. La loro condivisione significa rischiare una diminuzione del vantaggio competitivo, inducendo molti sportivi professionisti, ma persino amatoriali, a mantenere un profilo basso. "Ci troviamo di fronte a un paradosso, da un lato, il mercato richiede innovazione; dall’altro, c’è un muro di silenzio che può rendere più complicata la promozione. È fondamentale agire in modo strategico". Introduce così Luca Domeniconi, cofounder della startup Project Ares, con sede a Gambettola. Realizza una soletta in fibra di carbonio e kevlar in grado di immagazzinare e riutilizzare l’energia cinetica che, altrimenti, andrebbe persa. Con stime di miglioramento della performance della corsa impressionanti, fino ad un 5-8 per cento.
Nel 2016, nasce con voi la prima soletta al mondo al carbonio. Perché avete scelto di non depositare il brevetto?
"La registrazione di un brevetto è protezione legale contro la concorrenza, ma implica anche costi e ritardi. Essere i primi a lanciare il prodotto ci ha permesso di generare un advantage competitivo, creando una brand loyalty e rallentando per i primi tempi l’ingresso di concorrenti".
Tradizionalmente, il passaparola è una strategia di marketing potente, specialmente in settori come quello sportivo. Tuttavia, in un contesto in cui la segretezza regna sovrana, il passaparola perde di efficacia. Quali allora le strategie di marketing?
"Gli atleti, sia per motivi di sponsorizzazione che per la volontà di mantenere un vantaggio competitivo, spesso evitano di esporsi. Abbiamo agito molto sull’educazione e sull’informazione, sottolineando i benefici scientifici delle solette al carbonio attraverso webinar, articoli e contenuti video online. Ma ci siamo resi conto che più di tutto serve la pubblicità".
Nel 2019, Kipchoge ha sorpreso il mondo abbattendo la barriera delle due ore nella maratona di Vienna, con le famose scarpe con suola al carbonio, prodotte da Nike.
"Nike ha compreso quale poteva essere l’enorme potenziale nel creare un evento in cui un testimonial di eccezione veniva messo nelle condizioni ideali per realizzare un’impresa storica. Posso confermare, in tutta sincerità, che anche noi abbiamo avuto effetti positivi dalla strategia di Nike, soprattutto in termini di fiducia e accreditamento, aumentando i volumi di vendita delle solette".
Già nel 2012 avevi realizzato un’app con IA per il fitness, Fitstadium, che simula un vero e proprio personal trainer, poi venduta a Technogym. La serialità è la quintessenza di uno startupper: mindset esperienziale e fiuto ad anticipare i tempi.
"Ci sono bisogni o problemi reali nel mercato, verso cui è importante arrivare primi, con soluzioni innovative che soddisfino il cliente. La qualità del tuo prodotto o servizio è altrettanto fondamentale, ma è qualcosa su cui puoi successivamente investire nella ricerca e nello sviluppo, apportando miglioramenti. Per esempio, nel tempo la soletta Ares, pressoché immutata nelle prestazioni, è riuscita a garantire un comfort maggiore".