I rincari dei prodotti alimentari hanno fatto crescere l’inflazione oltre l’11%, ma la responsabilità è delle manovre spaculative sul mercato, non dei prodotturi. Lo evidenzia con forza Coldiretti in una nota che ribadisce come "la situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori".
Se per lo zucchero, che fa registrare il maggior incremento dei prezzi (+46.6%), a pesare, sottolinea la Coldiretti,è la drammatica dipendenza dalle importazioni dall’estero da dove viene oltre l’80% di quello consumato in Italia, in altri settori a pesare è la speculazione. Nel caso del riso che ha fatto registrare un aumento del 32,4% dei prezzi al consumo, gli agricoltori denunciano una vera e propria speculazione con un insostenibile crollo delle quotazioni nelle campagne che ha costretto la Coldiretti a disertare le borse merci in segno di protesta.
A fronte dell’esplosione dei costi di produzione sono stati persi quasi 8mila ettari di riso in Italia dove si coltivano quest’anno appena 211mila ettari, ai minimi da trenta anni. Un vero shock con oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera, ma anche per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Una situazione di difficoltà che coinvolge nelle campagne molti settori dell’agricoltura ma a preoccupare sono anche gli oltre 3,1 milioni i poveri che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari per un totale di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Fead.