
Mara Fullin, responsabile della sezione basket della Nuova Virtus Cesena
Il basket è uno sport di squadra. Perché è con la squadra che si vince. La Nuova Virtus Cesena e l’Happy Basket Rimini, domenica disputeranno una partita con in palio ben più di due punti. Le due società sono finite nel frullatore mediatico indipendentemente dalla loro volontà in seguito agli insulti razzisti rivolti dalla mamma di una giocatrice della squadra Under 19 della Nuova Virtus nei confronti di un’atleta riminese, poi espulsa per essere uscita dal campo per andare a fronteggiare la donna che la denigrava. Il sodalizio cesenate, che ha immediatamente preso le distanze dalle frasi sconsiderate, condannando in maniera ferma il comportamento della madre, è rimasto profondamente scosso dalla vicenda e ha deciso di rilanciare, con l’intento di diffondere un messaggio positivo.
La casualità ha voluto che questa domenica le due prime squadre, che militano nello stesso campionato di basket femminile di serie B, si incontrino a Cesena, nella palestra del PalaIppo e in quell’occasione, prima della palla a due iniziale, è previsto un momento di sensibilizzazione che coinvolgerà entrambi i club. Le giocatrici entreranno in campo indossando una maglia realizzata ad hoc e che urla ‘no al razzismo’ e poi si uniranno in mezzo al campo, per testimoniare la coesione di intenti e di vedute su un tema che non può prevedere divisioni.
In effetti le due società erano e sono restate in buoni rapporti, lavorando insieme anche nell’ambito della realizzazione di questa iniziativa. Si tratta dell’ennesima dimostrazione del fatto che il sodalizio riminese non considera responsabile la compagine cesenate per i fatti che ha causato una persona non tesserata per la Nuova Virtus. Peraltro la squadra cesenate sta anche valutando che provvedimenti prendere per dichiarare la madre della tesserata come persona non gradita alle partite. Il tutto stringendosi invece intorno alle due figlie, atlete virtussine, pure loro del tutto estranee ai fatti e costrette a fare i conti con un clamore che di certo non meritavano.
Un ruolo importante in questa fase della vicenda è giocato anche da Mara Fullin e Ivana Donadel, due campionesse con un passato fatto di trofei nazionali e interazionali alzati al cielo e ora punti di riferimento della Nuova Virtus, che mai erano state coinvolte in episodi di questa caratura. Proprio loro stanno lavorando sodo per dire che il basket, il loro basket, quello che conquista atlete, atleti e tifosi, non ha nulla a che vedere con quello che si è visto – e sentito – nelle tribune della palestra di Rimini a inizio settimana.