Usciti dalla fase dell’emergenza dopo l’alluvione di metà maggio, molti si chiedono cosa si poteva fare prima per limitare i danni, ma sopratutto cosa si sta facendo per evitare che il disastro si ripeta. Si parla molto del Savio, ma anche il Pisciatello, pur essendo solo un torrente in secca per la maggior parte dell’anno, ha fatto notevoli danni allagando le località di Calisese, Case Castagnoli, Ponte Pietra e Macerone.
"Non è la prima volta che il nostro territorio viene sommerso dalle acque del Pisciatello - dice Sergio Baschetti -, accadde nel 1999, ma quell’esperienza non è servita. Anzi, abbiamo assistito a un paradosso".
Quale?
"Era stata realizzata una cassa di espansione in una zona agricola nei pressi del bar Esquisito, ma con l’argine più alto dalla parte della campagna rispetto a quella prospiciente le case, per cui il 16 maggio, quando la cassa di espansione è stata piena, l’acqua ha tracimato dalla parte delle abitazioni. Così si è salvata la campagna, ma sono state allagate le abitazioni, tutti i seminterrati si sono riempiti di acqua e fango".
Però i lavori di somma urgenza sono stati fatti e ora si procede con quelli urgenti...
"Sì, si sono riparati gli argini in fretta e furia e ora ci si concentra sulle frane, ma mi sembra che qualche lavoro non sia stato fatto al meglio: in via Vignola, per esempio, sono stati posti dei grossi massi, ma la terra che dovrebbe tenerli legati è di tipo sabbioso e alla prima pioggia un po’ sostenuta inizierà a disperdersi, l’hanno detto anche gli operai che facevano i lavori".
È stata affrontata una situazione assolutamente imprevedibile.
"Verissimo, ma ora è il momento di pensare al futuro, alla prevenzione. Non capisco perché nessuno intervenga sui corsi d’acqua".
Cosa intende dire?
"Il fiume a ogni piena trascina materiale solido a valle alzando il livello del suo letto, lo abbiamo visto anche nel 1999, perciò la portata si riduce ogni volta. Se non si vuole dragare il letto bisogna alzare gli argini, ma non si potrà andare avanti così all’infinito. Ho l’impressione che le nostre case vicine al fiume siano destinate a scomparire per lasciare posto al corso d’acqua".
Ma il fango viene tolto.
"Dalle strade e dalle case, ma nelle zone agricole è ancora lì. Vado spesso a fare passeggiate nei campi vicino a casa mia, c’è una sbarra che prima era a più di un metro da terra, ora è a trenta centimetri".
Per fare questi lavori ci vuole molto tempo...
"Lo so, ma mi piacerebbe che ci fossero più informazioni sulle attività svolte per la prevenzione e la sicurezza, invece mi sembra che tutti siano concentrati nel recupero dei rimborsi fra mille pastoie burocratiche".