ELIDE GIORDANI
Cronaca

Il ritorno di Massimo Pulini: "Dipingo sulle radiografie, una forma di introspezione"

L’artista cesenate ed ex assessore comunale a Rimini ha ripreso a creare sul singolare supporto: "Ora non si usa più, ma ne ho fatto scorta negli anni 80".

Il ritorno di Massimo Pulini: "Dipingo sulle radiografie, una forma di introspezione"

Massimo Pulini e le sue opere realizzate su lastre di radiografie

Massimo Pulini è tornato a dipingere sulle radiografie, un supporto fortemente simbolico che già aveva utilizzato in opere degli anni ’80. Ma è la stesura ad essere sostanzialmente mutata. Pittore dalle profonde intensità emozionali, critico e storico dell’arte, scrittore e docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’artista cesenate ha lavorato su tela, su legno e su ghisa, la mostra che inaugura in questi giorni a Fusignano torna ad un supporto che fa risaltare immagini e ritratti in un bianco e nero suggestivo. Sì, proprio quelle lastre in plastica che fanno uso di radiazioni per dare una visuale interna agli oggetti e al corpo umano e di cui Pulini mette a frutto la retro illuminazione in varianti di densità e sfocatura.

Le figure e le forme sovrapposte si stagliano o s’impastano con interni del corpo umano, tracce toraciche ed osee, ombre di profondità indistinguibile, interiorità sognanti, "siderali e atmosferiche".

"La stesura di Pulini - scrive nel catalogo della mostra il curatore Franco Pozzi -, come la miracolosa scoperta dei raggi X ha permesso una visione interna, cosicché anche i ritratti appaiono osservati al di sotto della carne, tra porosità e sfocature".

Curioso supporto le radiografie.

"Oggi le lastre non esistono praticamente più ma negli anni ’80/90 ne feci una scorta. Erano scarti di laboratorio ospedaliero. Oggi la tecnica viene utilizzata anche nel campo del restauro".

Lei che ha lavorato spesso sulle sovrapposizioni e la stratificazione delle immagini.

"La nostra modernità poggia spesso su qualcosa che è già dato e a me piace riflettere sulla storia e sulla memoria. Inoltre lavorare sulla filigrana del corpo umano può far venire fuori immagini sommerse".

La mostra è divisa in sezioni, una è dedicata ai ritratti.

"Ogni ritratto è una forma di introspezione, di scandaglio sentimentale e la pittura, proprio nell’atto dello scavo, finisce per stratificare la propria pelle sul piano di lavoro. L’intento è quello di portare a galla, nella superficie della creazione, quel fondo di pensiero che solo l’ultimo strato superficiale mette in luce".

C’è anche una sequenza dedicata agli animali.

"Degli animali abbiamo abusato fino a costruire una dittatura che decide nascita, vita e morte di molte specie. Li abbiamo classificati, ma non li conosciamo e solo talvolta arriviamo a comprendere che ognuno di loro è un individuo. Loro sono i nostri fantasmi, li sogniamo così e così loro si sono abituati a diventare. Qualcuno di loro è curioso di noi, si lascia vedere da lontano, appare a noi in forma di un piccolo sogno, quasi fosse una nuova metamorfosi".

Perché sono almeno 20 anni che non vediamo una sua personale a Cesena?

"Fusignano, Rimini, Ravenna, Cento, Forlì non sono tanto lontane quanto Tivoli o Parigi, inoltre gli spazi espositivi cesenati, come tutti gli altri, sono gestiti da direttori che hanno una loro programmazione su temi specifici. Le ragioni dunque sono tante. Ho fatto per 8 anni l’assessore a Rimini e so bene come succede. Ma non sto qui a contare da quanto tempo non espongo a Cesena. Se capita bene, io sono disponibile".