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Cronaca

Il rifugio antiaereo della Rocca: "Riportiamo alla luce la memoria"

Appello del Comune ai testimoni e agli eredi: "Raccontate ai giovani la vita sotto i bombardamenti"

Il rifugio antiaereo sotto la Rocca

Il rifugio antiaereo sotto la Rocca

di Luca Ravaglia

La storia è fatta di ricordi. Ricordi che vanno condivisi, perché oggi un ragazzo che entra nel rifugio antiaereo di Cesena, scavato per 65 metri sotto al colle della Rocca Malatestiana, semplicemente vede un lungo corridoio con le volte restaurate e respira l’aria umida imprigionata tra imponenti mura. Magari passeggia. Poi esce. Un ragazzo del 2024 non sa cosa ci facevano lì dentro, durante la guerra, i ragazzi degli anni 30 e 40 del Novecento, troppo piccoli per andare al fronte, ma abbastanza grandi per avere paura. Paura delle bombe che cadevano a grappoli. E’ per questo che servono i racconti di chi allora c’era, e ha visto, e ha sentito. E che oggi deve poterlo raccontare alle nuove generazioni, perché quello che è stato non si dimentichi. La decisione di costruire il rifugio antiaereo di viale Mazzoni venne presa nel gennaio del 1944: 65 metri in grado di ospitare 800 persone (290 a sedere), con due ingressi protetti da un muro paraschegge, con un foro di aerazione che poteva servire anche da uscita di sicurezza e latrine annesse. Di lì a qualche mese, purtroppo, ci fu la dimostrazione che queste opere non erano frutto di eccessiva prudenza: il 13 maggio 1944, infatti, Cesena subì il suo primo bombardamento. Tra il 14 giugno 1940 e il 23 settembre 1944 la sirena dell’allarme antiaereo suonò 962 volte e la città subì 76 bombardamenti solo tra il 13 maggio e l’11 dicembre 1944. In tali occasioni, nonostante le misure di sicurezza, si calcola che i morti furono circa 700, e 1800 i feriti.

Oggi, a distanza di ottant’anni da quella data, l’Amministrazione comunale si prepara a riaprire i cancelli del rifugio antiaereo consentendo a tutti di visitare questo luogo storico di memoria. In vista di tale riapertura, il Comune chiede ai cittadini di allora, o ai loro eredi, di condividere più testimonianze possibili sui bombardamenti ai danni della popolazione civile e sull’utilizzo di questo specifico rifugio. "Sono diversi nella nostra città – commenta l’assessore alla cultura Camillo Acerbi – i luoghi che richiamano i drammatici anni del secondo conflitto mondiale. Dall’Abbazia benedettina del Monte, con la sua ‘clausura violata’, alla Rocca Malatestiana, con i suoi assalti, possiamo tracciare un filo invisibile della memoria, reso più forte e concreto da documenti, fotografie, diari di coloro che vissero quei giorni e che ci hanno permesso di ricostruire una pagina di storia molto importante per il nostro paese e per Cesena. Agli interventi edilizi, fondamentali per poter consentire ai visitatori di tornare in questo luogo, vogliamo affiancare iniziative tese a conservare e sviluppare tale memoria. Ci rivolgiamo dunque a tutti i cesenati chiedendo loro di condividere testimonianze legate al rifugio della Rocca. Chiunque sarà benvenuto. La documentazione raccolta diventerà lo strumento per raccontare ai giovani di oggi e alle generazioni future cosa è stato il passaggio della guerra a Cesena, e forse anche di capire meglio cosa stanno tuttora provando altre popolazioni che vivono ancora questa tragica esperienza".

Per partecipare si può inviare una mail a ufficiostampa@comune.cesena.fc.it o telefonare allo 0547 356330 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.