di Andrea Baraghini
Trentatre giorni senza giocare. Una sosta eterna prima delle gare che fanno da spartiacque tra quello che può essere un trionfo oppure una delusione difficile da digerire. Un mese abbondante in cui occorre tenere muscoli tonici e mente pronta e per lo staff tecnico, allenatore in testa, il compito non è facile: "I playoff di C sono un percorso a ostacoli, con questo ulteriore rinvio diventano un’incognita per tutti . Ancora di più i dettagli possono fare la differenza".
A parlare è Giuseppe Scienza, ex centrocampista (classe 66) del Cavalluccio nelle stagioni dal 99 al 2001, (57 presenze 3 reti) che in carriera ha indossato anche le maglie, tra le altre, di Reggina, Reggiana, Piacenza Torino collezionando 517 presenze e 49 reti tra i professionisti. Appese le scarpe al chiodo si è seduto in panchina e ha guidato squadre come Brescia, Cremonese Feralpisalò e per tre stagioni il Monopoli .
Ultima esperienza a Vercelli nel 2021 prima di prendersi un anno sabbatico per stare più vicino alla famiglia. In attesa di una nuova chiamata gestisce una scuola calcio vicino a Novara e si occupa anche di sport per disabili.
Scienza, cosa serve fare per tenere caldo lo spogliatoio?
"Allenarsi senza avere l’obiettivo della partita è la cosa più difficile da gestire. Il tecnico però ha vissuto un anno con i giocatori quindi sa quali tasti toccare. Ci sono gruppi che hanno bisogno di essere tenuti sulla corda, altri che invece vanno lasciati un po’ più liberi per non sovraccaricare la mente".
Chi si piazza meglio in campionato rischia di essere penalizzato stando fermo più a lungo.
“Il rischio c’è, ma è vero che meno partite da affrontare sono un vantaggio. Cesena però è una piazza calorosa: ai giocatori basta uscire di casa per ’sentire’ i tifosi e tenere alto il livello di adrenalina".
Chi vede favorito?
"Direi che se la giocano Crotone, anche se in stagione è stato un po’ discontinuo, il Pordenone, nonostante anche lui abbia commesso qualche passo falso, poi Foggia, Pescara Entella e naturalmente il Cesena. Io però starei molto attento alle squadre del sud, sono abituate a giocare sotto pressione e in ambienti caldi".
A proposito dei bianconeri come giudica la stagione della sua ex squadra?
“Ha fatto un gran campionato. Lo scontro diretto perso in casa con la Reggiana ha forse un po’ compromesso la corsa al primo posto, ma la squadra è forte ed esperta può ancora giocarsela".
Un paio di anni fa si parlò di lei per la panchina del Cavalluccio.
"Ci fu un mezzo contatto con Alfio Pelliccioni, con il quale avevo lavorato a Monopoli, ma niente prposte ufficiali".
Che ricordo conserva dell’esperienza in Romagna?
"Una tappa importante della mia carriera, purtroppo furono stagioni complicate. Penso spesso con grande rammarico allo spareggio perso con la Pistoiese che decretò la discesa in C. Diedi tutto per evitare quella retrocessione, forse non tutti possono dire la stessa cosa".
Si spieghi meglio.
"Aggiungo solo che alla fine sono passati per ’demoni’ persone che invece, posso assicurare, il loro dovere lo hanno fatto fino in fondo".