SAVIGNANO
di Ermanno Pasolini
Quello che gli abitanti di Savignano e anche tanti storici hanno sempre considerato il ponte levatoio è un falso. Sedici anni fa, dopo 20 anni di proteste e di richieste di un intervento al fine di evitare un possibile crollo, era stato ristrutturato l’arco di quello che tutti hanno sempre creduto essere il Ponte Levatoio dell’antico castello. Un intervento che sarebbe dovuto cominciare anni prima subito dopo la fine dei lavori di piazza Amati sulla quale si affaccia. Ma quell’arco è stato portato all’antico splendore con un perfetto restauro. Poi la ‘doccia fredda’. Molti savignanesi sono rimasti increduli dopo la scoperta di Elio Raboni, appassionato di storia locale e prezioso collaboratore dell’Accademia dei Filopatridi.
Ha studiato attentamente l’opera ‘Origine di Savignano Incopito. Castello di Romagna’ trascritta e annotata dallo storico Giancarlo Donati nel 1994.
L’opera presa in esame da Elio Raboni è tratta dal manoscritto di Giorgio Faberi (27 ottobre 1701-15 aprile 1776), abate, cronista e storico di Savignano.
Raboni con i suoi studi ha scoperto che il ponte levatoio di Savignano è un falso perché non c’è mai stato, è lui stesso a spiegarlo: "Anche via Ponte Levatoio è un falso e si chiama così perché a Savignano non fu fatta la ricerca storica dovuta, prima di attribuire il nome. Sarebbe bastato consultare l’archivio storico del paese oppure nell’Accademia dei Filopatridi il manoscritto del Faberi. In quella via infatti non c’è mai stato un ponte levatoio. L’ingresso al castello era dalla via imperiale, la via consolare Emilia che una volta, come oggi, attraversava il centro di Savignano tagliando a metà l’area del castello e quindi non c’era bisogno di un ponte levatoio laterale".
Consultando il manoscritto del Faberi, ripubblicato da Donati, è stato scoperto che nella contrada del Giglio, dove oggi c’è la via Ponte Levatoio, nel 1732 fu guastato il Torricino e per bisogno dei castellani nel 1757 lì vicino fu aperta una porta d’accesso, denominata ‘Porta Nova del Giglio’. Sulla fossa fu fatto un ponte di legno di rovere, stabile e non levatoio, come si può leggere nel Libro delle Riformanze del 1757. Poi quel luogo è caduto in uno stato di degrado impressionante con scritte sui muri, erbacce e una scalinata ormai impraticabile. Per non dire poi dei resti dell’antica porta, che è rimasta 50 anni in attesa di essere degnamente restaurata e per tanti anni ingabbiata per evitare crolli. Ora tutto è stato rimesso a posto. Ma Savignano non ha il ponte levatoio. l