PAOLO MORELLI
Cronaca

Il pasticcio delle valvole clapet: "Ne mancano ancora molte"

Il Comitato Alluvionati evidenzia che nel maggio 2023 l’acqua ha cominciato a invadere strade e case arrivando proprio dalle fogne prive dei dispositivi che impediscono il rigurgito .

Il Comitato Alluvionati evidenzia che nel maggio 2023 l’acqua ha cominciato a invadere strade e case arrivando proprio dalle fogne prive dei dispositivi che impediscono il rigurgito .

Il Comitato Alluvionati evidenzia che nel maggio 2023 l’acqua ha cominciato a invadere strade e case arrivando proprio dalle fogne prive dei dispositivi che impediscono il rigurgito .

Un ruolo molto importante nell’alluvione del maggio 2023 in tutte le zone prossime al fiume Savio l’hanno avuto le fogne: le testimonianze di tantissimi alluvionati hanno evidenziato che l’alluvione è iniziata dal basso, cioè l’acqua ha cominciato a uscire dai chiusini che avrebbero dovuto scaricare le acque bianche, cioè quelle meteoriche, ma anche quelle nere, cioè dei pozzetti che raccolgono le acque utilizzate nelle abitazioni, comprese quelle dei servizi igienici. Questo è accaduto prima che il fiume esondasse perché molti scarichi non erano provvisti di valvole di non ritorno, conosciute come ‘valvole clapet’. Si tratta di dispositivi semplici, che possono essere azionati in automatico o manualmente: lasciano passare i liquidi che dalle abitazioni o dalle strade vanno verso il fiume, ma si chiudono se il livello del fiume supera quello degli scarichi, impedendo il riflusso.

Questo fenomeno viene evidenziato in uno dei periodici interventi del Comitato Alluvionati e Franati di Cesena e della Valle del Savio che spiega: "A maggio ‘23 la prima acqua del Savio a uscire in strada, e l’ultima a smettere, è arrivata delle fogne stradali. L’acqua del Savio, per il principio dei vasi comunicanti, crescendo di livello è risalita dagli scarichi a fiume, quelli che non avevano le valvole di non ritorno (clapet), fino alle fogne stradali, ha fatto saltare i tombini, ha invaso le strade e da qui case, aziende, garage, cantine, macchine e messo in pericolo persone. Poi in molti posti si è purtroppo aggiunta altra acqua, a volte tantissima, ma dalle testimonianze raccolte probabilmente non è successo dappertutto che venisse superato il colmo dell’argine. Eppure si sono allagati lo stesso, da sotto gli argini!

E poi quando il livello del fiume è sceso ovunque al di sotto del colmo degli argini, a lungo l’acqua è continuata a salire in strada da questi scarichi ‘non a posto’, continuando l’allagamento per molte ore. Se l’acqua non fosse risalita da alcuni scarichi, magari certe zone sarebbero rimaste indenni o comunque i danni sarebbero stati molto più limitati!".

Nel settembre scorso, di fronte ad almeno 300 alluvionati, Comune e Protezione Civile affermarono che tutte le valvole erano già state controllate ed erano a posto, ma non è così: le verifiche del Comitato e di privati cittadini hanno evidenziato che molti scarichi non sono dotati delle valvole clapet, e dopo quasi 15 mesi dall’alluvione quelle installate si contano sulle dita di una mano, né è chiaro chi deve farlo. Il Comune ha fornito al Comitato una mappa parziale, un’altra la dovrebbe avere la Protezione Civile, ma la tiene ben stretta. E se arrivasse un’altra piena del Savio?