In tempi velocissimi, tali da poter supporre che anche la nomina del successore non si protragga a lungo, la rinuncia all’incarico da parte del vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina Douglas Regattieri è stata accettata da papa Francesco che avrebbe anche potuto concedere una proroga viste le buone condizioni di salute di Regattieri. Come recita il canone 401 del Codice di diritto canonico, ogni vescovo al compimento del 75° anno di età deve presentare al pontefice la rinuncia all’ufficio. Il pontefice poi "provvederà dopo aver valutato tutte le circostanze", prescrive ancora il codice.
Il 10 ottobre Regattieri si è recato in Vaticano da papa Francesco per consegnargli personalmente la lettera di dimissioni e nell’occasione lo ha pregato di non accorpare la nostra diocesi ad altre. Più volte il vescovo si è espresso in in tal senso e si è detto anche fiducioso che venga scongiurata questa eventualità visto che Cesena-Sarsina è una diocesi troppo popolosa per essere unita.
Sono trascorsi solo pochi giorni dal 10 ottobre ed ecco che Papa Francesco ha accettato la rinuncia, come lo stesso vescovo ha reso noto e viene riportato dal settimanale diocesano Corriere Cesenate. Si tratta di una comunicazione pervenuta dal nunzio apostolico in Italia e San Marino, Petar Rajic. Le dimissioni sono state accettate con la cosiddetta clausola ’Nunc pro tunc’, vale a dire che l’accettazione diventerà effettiva nel momento in cui verrà comunicato il nuovo vescovo. Sarà in quel momento che Regattieri verrà nominato amministratore apostolico della diocesi e assumerà il titolo di vescovo emerito di Cesena-Sarsina non appena il nuovo vescovo inizierà il suo ministero.
Per il vescovo in scadenza si prospettano dunque ancora pochi mesi alla guida della diocesi, che comprenderanno quelli della festività natalizie e dei primissimi tempi del 2025. Regattieri ha chiesto a tutti i fedeli di accompagnarlo con la preghiera in "questo delicato momento della sua vita".
In vista della nuova nomina non è campata per aria, sia pure osteggiata dallo stesso Regattieri, l’ipotesi del vescovo unico per due diocesi, tenendo conto anche del fatto che papa Francesco ha ribadito pubblicamente in diverse assemblee generali della Conferenza episcopale italiana che il numero dei vescovi italiani è elevato (le diocesi in Italia sono 226). Negli ultimi anni non è un caso che abbia proceduto in numerose situazioni con l’accorpamento ‘in persona episcopi’.
L’espressione latina significa “nella persona del vescovo” ed è usata dalla Santa Sede per indicare l’unione di due o più diocesi: si lasciano inalterate le strutture di ciascuna (seminari, cattedrali, uffici di curia) ad eccezione del ministero episcopale, che è esercitato da un unico pastore. Si tratta della forma più blanda di unione fra diocesi, ma può anche essere una soluzione di transizione verso la piena fusione di due realtà in una sola.
Possibile il vescovo unico nelle due diocesi di Forlì-Bertinoro e Cesena-Sarsina sotto la guida di monsignor Lino Corazza, ma è anche vero che si tratta di realtà entrambe con popolazione superiore rispetto a quelle di diocesi abitualmente accorpate da papa Francesco.