FRANCESCA MONTUSCHI
Cronaca

Il nodo del passaggio generazionale: "A 73 anni ho deciso di vendere per tutelare il futuro dell’impresa"

Il caso di Gianfranco Magalotti, ex titolare di Nemo Industrie di Cella di Mercato Saraceno. E’ il dilemma di molte aziende locali: se manca un ‘erede’, occorre pianificare una strategia d’uscita.

Gianfranco Magalotti

Gianfranco Magalotti

Un detto americano recita "rags to rags in three generations", dagli stracci agli stracci in tre generazioni. I numeri parlano chiaro: solo il 30% sopravvive alla seconda generazione, di queste un ulteriore 50% chiude alla terza generazione. L’impresa familiare vacilla. Dati statistici Aidaf, associazione italiana delle aziende familiari, evidenziano che nei prossimi anni oltre la metà degli imprenditori i dovrà affrontare la delicata fase del cambio generazionale. Un tema sempre più urgente: gli over 70 al vertice delle aziende sono aumentati del 25%. Giungere alla pensione è un momento cruciale nella vita di un imprenditore, si apre una fase di transizione che può influenzare profondamente il destino dell’impresa stessa e delle persone coinvolte. L’imprenditore si trova di fronte a due principali opzioni: il passaggio generazionale o la vendita.

"Il passaggio generazionale è sempre stata la mia ambizione – racconta Gianfranco Magalotti ex titolare di Nemo Industrie – Mio figlio Luca, che lavorava con me, purtroppo ad un certo punto non se l’è sentita di portare avanti un’azienda così complessa. Ho quasi creato la Nemo, era appena partita quando sono entrato come semplice impiegato. Poi l’ho rilevata negli anni ‘90 e l’ho venduta senza debiti pregressi e con un anno di commesse già raccolte". Siamo a Cella di Mercato Saraceno, lì ha sede una delle imprese d’eccellenza della tradizione cantieristica italiana, che dal 1969 produce alberi, oblò, bittame, osteriggi e tanti altri componenti per barche a vela e a motore. A fine 2023 Nemo è stata acquisita dal Gruppo Quick di Piangipane, l’azienda di accessori per la nautica che vende in 110 paesi del mondo (62 milioni di euro di fatturato nel 2022).

Per un imprenditore che non ha eredi interessati a prendere in mano le redini dell’azienda diventa ancor più doveroso pianificare la strategia di uscita, preservando in primis con attenzione il valore di impresa e la sua continuità. "Quando ho compiuto 73 anni – prosegue l’imprenditore – ho capito che dovevo pensare due dita più in là della punta del mio naso. Se mi fosse successo qualcosa avrei messo in crisi un’azienda con 70 persone, tutte o quasi tutte con famiglia e residenti qui nella zona. Tra l’altro si trattava di persone che io avevo scelto e che avevano bisogno di me".

Una scelta non facile, la sua, per il forte legame emotivo con l’impresa tanto da identificarsi quasi con quest’ultima e il suo capitale sociale, con relazioni che andavano ben oltre il profilo lavorativo. Per molti dipendenti è stato quasi un padre, uno stile di fare impresa verace, diretto, nel bene e nel male, che via via andrà scomparendo con il consolidarsi in Italia sempre più di un management da manuale. "Ero un punto di riferimento. Oggi l’azienda interagisce in altro modo, più moderno e giovane del mio. Io avevo molto accentrato sulla mia persona, forse troppo. Sapevo un po’ tutto dell’azienda e seguivo un po’ tutto". L’entrepreneurial exit è una parte importante del ciclo di vita imprenditoriale, in alcuni casi la scelta migliore, perché può segnare un radicale cambiamento delle sorti dell’impresa; i nuovi proprietari possono infondere nuove energie e risorse, aprendo la strada a nuove opportunità di sviluppo.

"Il Gruppo Quick che ha acquisito la Nemo – spiega Magalotti – ha dimostrato molta positività, ha assunto nuove persone, ha accresciuto il parco macchine".

Secondo J. A. Davis, esistono quattro stili di uscita: il monarca, che non vuole abbandonare; il governatore, che si ritira e scompare; il generale, che lascia ma poi ritorna, e infine l’ambasciatore, che si ritira e consiglia. Magalotti, con la sua generosa disponibilità, appartiene a quest’ultima categoria. "Ogni tanto mi chiamano per qualche chiarimento o chiedermi pareri – chiosa – Io sono sempre e comunque disponibile nei loro confronti, ma anche con i loro clienti. Non mi sono mai negato e non mi negherò mai".