ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Il giallo di Cristina Golinucci: "Chi è ritratto nelle foto di Boke si metta in contatto con noi"

Marisa Degli Angeli lancia un appello alle persone ritratte nelle 87 immagini del rullino. Sono ripresi momenti di vita passata al convento dei frati Cappuccini e in altre zone di Cesena.

Marisa Degli Angeli lancia un appello alle persone ritratte nelle 87 immagini del rullino. Sono ripresi momenti di vita passata al convento dei frati Cappuccini e in altre zone di Cesena.

Marisa Degli Angeli lancia un appello alle persone ritratte nelle 87 immagini del rullino. Sono ripresi momenti di vita passata al convento dei frati Cappuccini e in altre zone di Cesena.

"Perfavore, chi si riconosce in queste foto e sa qualcosa sulla scomparsa di Cristina, si faccia avanti". È l’appello di Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina Golinucci, la 21enne scomparsa a Cesena 33 anni fa. Un appello andato in onda pochi giorni fa su ‘Chi l’ha visto’. "Tra le tante persone ritratte nelle foto che appartenevano a Emanuel Boke – dice Marisa Degli Angeli – ci potrebbe essere qualcuno che conosceva Cristina, o che sa qualcosa di quel periodo in cui è scomparsa mia figlia. Ancora non si è fatto vivo nessuno, ma io prego che qualche buona anima si decida a parlare".

Il rullino fotografico appartenente a Emanuel Boke e tenuto per trent’anni in uno scatolone all’ufficio reperti, è stato stampato solo di recente. Boke lavorava al convento dei Cappuccini quando scomparve Cristina, nel 1992. "Ci sono scatti – dice mamma Marisa – che potrebbero aiutare a fare chiarezza sulla morte di Cristina. Sono 87 fotografie, scene di vita quotidiana, risate di amici, perlopiù scattate al convento". Qui, il primo settembre del 1992, Cristina arrivò alle 14.30 per confessarsi, lasciò la sua Cinquecento azzurra nel parcheggio, la chiuse a chiave, e poi sparì per sempre.

Due anni dopo, Boke (in carcere per violenza sessuale) si confessò con padre Lino. "Sono stato io ad uccidere Cristina – disse Boke – sono stato una bestia, chiedo perdono a Dio". Una confessione poi ritrattata anche davanti alla famiglia di Cristina. Boke negò persino di avere conosciuto la ragazza.

Le indagini su questo intricato caso sono state aperte e chiuse più volte. L’ultima archiviazione risale al settembre 2024. A breve l’avvocata Barbara Iannuccelli chiederà al pm una nuova apertura del caso. Dalle indagini è emerso che un uomo che si trova in Francia, con il nome di Quist Kwame, condannato a Marsiglia per violenza sessuale, ha lo stesso Dna e le stesse impronte digitali di Boke. Si cerca quest’uomo. "L’hanno protetto per anni – dice Marisa –. Alcuni miei familiari hanno visto le foto stampate dal rullino e hanno detto che riconoscono delle persone ritratte. Le stiamo cercando per parlare con loro".