
Flavio Russo in azione proprio contro il Cesena, oggi sua nuova squadra
Quattro cessioni a fronte di tre nuovi arrivi, questo il bilancio prettamente numerico del mercato di riparazione del Cavalluccio. Completano i dati il ritorno a casa di Alessandro Giovannini dopo cinque mesi dal prestito al Pineto e la rescissione del contratto con Riccardo Chiarello, un accordo arrivato a pochi minuti dalla mezzanotte di lunedì e che di fatto ha messo la parola fine ad una lunghissima maratona durata trentatré giorni. Questi i numeri, dicevamo, per quel che riguarda la qualità delle scelte occorrerà invece aspettare il responso del campo, l’unico insindacabile e che di fatto conta. Soppesando entrate e uscite l’impressione generale però è che la rosa si sia arricchita di qualità, ma manca all’appello un difensore con Mignani che dietro ora può contare su cinque elementi anziché sei per coprire tre ruoli.
Per un’analisi corretta occorre però partire da quelli che erano gli obiettivi dichiarati ad inizio gennaio. Si era detto che in entrata serviva una punta da affiancare a Cristian Shpendi, in quel momento tra l’altro infortunato, un centrocampista di gamba e che magari garantisse più copertura al reparto arretrato, e forse un difensore, scelta questa però da valutare cammin facendo. Nella lista delle cose da fare c’era anche togliere dalla rosa quei giocatori poco impiegati o che comunque non rientravano nell’idea di gioco di mister Mignani. Si è partiti proprio da quest’ultimo punto con gli addii lampo di Saber (al Trapani) e van Hooijdonk (al Nac Breda), entrambi ceduti a titolo definitivo ad inizio mercato. Al loro posto sono arrivati Antonino La Gumina e Dario Saric, sulla carta, ma non solo, un doppio cambio vantaggioso. La Gumina in quattro gare ha già prodotto più del centravanti olandese: quattro presenze con un gol ed altre buone giocate. Il curriculum di Saric parla di 133 partite in B più 32 nella serie A turca contro le 16 apparizioni in cadetteria, il resto tutta serie C, di Saber. Semmai viene da chiedersi se sarebbe servito di più alla causa un interditore puro piuttosto che una mezzala e se le tre settimane di tira e molla con il Palermo per chiudere la trattativa, non siano state eccessive.
Non messi in preventivo, invece, gli adii di Marco Curto e Augustus Kargbo, il primo finito alla Sampdoria dopo essere rientrato al Como, il secondo deciso a provare l’esperienza in Inghilterra (premiership ovvero la serie B d’oltremanica) al Blackburn Rovers. Il vuoto lasciato dall’ex Crotone, molto altalenante nel rendimento, è stato ben coperto dall’arrivo, in prestito secco dal Sassuolo, di Flavio Russo. Classe 2005, Russo è un centravanti giovane, di cui si parla molto bene, non per niente era molto seguito anche da Reggiana e Salernitana, e che porta i centimetri persi con la partenza di van Hooijdonk in aggiunta alla possibilità di puntare su soluzioni diverse in fase di attacco sfruttando meglio le palle alte. Portandolo a casa, il Cesena, lo ha anche strappato alle avversarie considerando che proprio domenica affronterà la Reggiana e a marzo la Salernitana al Manuzzi.
Rimasta vuota la casella lasciata libera da Curto e questo sicuramente può rappresentare un problema. Anche se l’idea è quella di dare più spazio a Pieraccini, usato con il contagocce sin qui, e tenere Piacentini come jolly di emergenza (l’ex Modena è stato bloccato mentre era sul punto di partire direzione Trieste o Vicenza), la coperta dietro appare lo stesso molto corta, specie in caso di squalifiche ed infortuni anche contemporanei. Questo a meno che non si decida di optare per un modulo diverso: in una difesa a quattro, per esempio, potrebbero essere utilizzati come laterali Celia o anche Bastoni a sinistra e Ceesay a destra. Rimane poi sempre aperta l’ipotesi di pescare dal bacino degli svincolati, un’eventualità che la società bianconera valuta. Ma ora la concentrazione deve tornare subito sul campo. Domenica c’è da battere la Reggiana in trasferta.
Andrea Baraghini