ELIDE GIORDANI
Cronaca

I repubblicani nel caos. Il triumvirato non c’è più

Dopo Diego Angeloni si dimettono anche Sara Biguzzi ed Edera Spinelli. E Ivan Piraccini potrebbe far sparire l’Edera anche dal consiglio comunale.

I repubblicani nel caos. Il triumvirato non c’è più

I repubblicani nel caos. Il triumvirato non c’è più

Sdrammatizza Romano Fabbri: "Era ovvio che anche Sara Biguzzi ed Edera Spinelli rassegnassero le loro dimissioni dal vertice della consociazione. Dopo il ritiro di Diego Angeloni il triumvirato era automaticamente sciolto". Oggi Romano Fabbri ha ripreso le redini dopo i mesi elettorali in cui la consociazione del Pri, che aveva momentaneamente lasciato per motivi di salute, era stata retta da Angeloni, Biguzzi e Spinelli. Angeloni si è dimesso una ventina di giorni fa. Di questi giorni le dimissioni delle altre due componenti del triumvirato, che continuano però a restare a capo l’una della segreteria comunale, l’altra della segreteria amministrativa. E il partito che è stato di Corradino Fabbri, Oddo Biasini, Denis Ugolini, Mario Guidazzi, Piero Gallina, Africo Morellini, sembra essersi lasciato alla spalle ogni gloria. A sancirlo il modesto risultato elettorale che, conti alla mano, ha portato alla conquista di un seggio in consiglio comunale solo grazie all’apparentamento con Azione, la formazione di Calenda rappresentata da Ivan Piraccini che, benché lontano dalle postazioni di testa nella lista elettorale emersa dall’accordo federativo tra i due partiti, è arrivato primo. Ma ciò non gli è servito a spuntarla su Luca Ferrini (un pugno di voti in meno, che però hanno un loro innegabile peso tra i sempre più rarefatti elettori dell’Edera), che ha ottenuto comunque una conferma nella seconda giunta Lattuca come assessore alla Polizia Locale, Sicurezza e Legalità.

Ed eccolo un altro elemento del malumore conclamato nel corso dell’ultimo direttivo, dove l’invito alle dimissioni per tutta la segreteria è stato prima un sollecito da parte di qualcuno e poi una convinzione corale a cascata. Motivata anche dal fatto che né Piraccini né il partito sono stati consultati per l’assessorato attribuito a Ferrini, accordo siglato direttamente tra l’avvocato del foro forlivese e il sindaco riconfermato. Un altro direttivo è previsto per lunedì e qualcosa di più, in questa direzione, dovrebbe emergere. Ma non si arrende Romano Fabbri a cui non si può non dare atto dell’impegno con cui continua a reggere la conduzione del Pri cesenate affetto da un’emorragia costante di iscritti e di consensi, contro cui pone l’argine della passione e dell’ottimismo: "Abbiamo vinto, quanto meno nella scelta delle alleanza, come si può vedere dai risultati elettorali. E anche questa è una nota positiva". E’ fallita però la possibilità di avere esponenti del Pri in ruoli significativi. Il futuro del Partito repubblicano si gioca anche sulla capacità di coinvolgimento e sullo spessore degli uomini e delle donne che oggi lo rappresentano. Resta da capire se il glorioso Pri sarà effettivamente rappresentato con i suoi simboli in consiglio comunale. Ivan Piraccini, infatti, potrebbe dare vita ad un gruppo (di cui sarebbe capogruppo essendone l’unico esponente) che rinuncia al logo dell’Edera per rifarsi esclusivamente ad Azione, siglando in tal modo la scomparsa del partito di Mazzini dal consiglio comunale. La componente rappresentata da Ivan Piraccini potrebbe ribattezzarsi "Azione per Cesena"? Piraccini al momento non si esprime.