di Annamaria Senni
Le gelate tardive alla fine sono arrivate: le temperature nei campi del Forlivese sono scese nella notte tra mercoledì e giovedì fino a meno 4 gradi, e nel Cesenate fino a meno 2. Nei campi c’è timore. In questo periodo avvengono infatti le fasi più importanti del ciclo produttivo delle piante: in peschi e albicocchi si scorgono i frutticini, meli e peri sono in piena fioritura, mentre i vigneti stanno gettando i giovani germogli. Esposte anche le piante di kiwi. Inevitabili dunque i danni. "Come sempre — dice Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna — saremo al fianco delle nostre imprese per assisterle. Stiamo lavorando a stretto contatto con le cooperative per monitorare la situazione e mantenere i rapporti con le istituzioni, che sono già state allertate della difficile situazione".
"Il peggio parrebbe passato – dice il direttore generale di Apofruit Italia Ernesto Fornari – ma gli agricoltori hanno solo iniziato a leccarsi le ferite. Le coltivazioni più a rischio, dopo la nottata di gelo, sono quelle che hanno già fatto la fioritura. Le gelate hanno recato molti danni a pesche nettarine, albicocchi e susini. Ma anche alle colture medio tardive, come meli e peri". Dal monitoraggio di Coldiretti emerge che in alcune zone del Cesenate e del Forlivese sono stati accesi fuochi per scaldare le piante nei frutteti al gelo, per non rischiare di perdere gemme e piccoli frutti già sugli alberi dopo un inverno secco con il 30% di piogge in meno. "Una tenaglia climatica tra freddo e siccità che – sottolinea la Coldiretti – si abbatte su una natura in tilt con le coltivazioni che si erano risvegliate prima del solito, ingannate dalle temperature anomale, con il rischio adesso di perdere i raccolti di un anno di lavoro".
"Le temperature più basse si sono registrate nella parte Nord del Forlivese – dice Andrea Ferrini, vicepresidente Coldiretti Forlì-Cesena – dove molte colture fruttifere come albicocchi e pesche nettarine che avevano il frutticino già formato hanno subito danni importanti che possono superare oltre il 60% della produzione frutticola nel Forlivese, mentre nel Cesenate a causa delle ultime gelate avremo un 30-40% in meno di produzione di frutta. E’ il quarto anno che veniamo colpiti in queste zone e non abbiamo più produzioni stabili. Le tecniche usate da alcuni produttori di Cesena sono state quelle dei fuochi: sono state bruciate per tutta la notte candele di un metro di altezza nei campi che hanno permesso di alzare la temperatura di uno o due gradi. Un altro sistema utilizzato in provincia per sconfiggere il gelo è l’impianto antibrina: il principio è quello di spargere acqua nel campo tutta la notte per permettere di alzare la temperatura e salvare la produzione. Le prossime notti il meteo dovrebbe migliorare, anche se vi possono essere ancora zone in cui si andrà sotto zero".
"Non tutti i produttori hanno potuto difendersi – sostiene Confagricoltura – ed è in corso una prima ricognizione dei danni della produzione di peschi, albicocchi, peri, susini, ciliegi, kiwi, ma anche vigneti". "Soprattutto se il gelo, come è accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì, si protrae per molte ore – dice Alberto Mazzoni, presidente della circoscrizione di Confagricoltura Forlì – risulta difficile difendere le proprie coltivazioni". Quella della nottata tra mercoledì e giovedì è stata una gelata per irraggiamento, tipica delle notti con cielo sereno e assenza di vento, alimentata dalle correnti fredde arrivate da Nord e da Est: condizioni che hanno portato a un repentino raffreddamento dell’areale romagnolo e nel Forlivese si sono registrati tra i più importanti picchi negativi della Romagna.