MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

Gli Oscar dei fornelli, brillano 2 nuove stelle. Conferme per Gorini, Magnolia e la Buca

La 70esima edizione della guida Michelin incorona due locali: l’Ancòra di Cesenatico e il ristorante del Lago di Acquapartita. Il ritorno economico per la nostra provincia è pari a 4,2 milioni.

Da sinistra Marco Garattoni, chef dell’Ancòra di Cesenatico e Simone Bravaccini del ristorante del Lago di Acquapartita

Da sinistra Marco Garattoni, chef dell’Ancòra di Cesenatico e Simone Bravaccini del ristorante del Lago di Acquapartita

Cesena, 6 novembre 2024 – È pioggia di stelle sul Cesenate: l’edizione numero 70 della guida Michelin Italia, presentata ieri mattina al teatro Pavarotti Freni di Modena, ha sancito infatti l’ingresso di altre due insegne nostrane nell’Olimpo della ristorazione italiana di qualità. Una si affaccia sul mar Adriatico, l’altra è a pochi passi dalle Foreste casentinesi: l’ennesima conferma – se mai ce ne fosse bisogno - di quanto possa essere ricco e variegato il territorio e, di conseguenza, la proposta enogastronomica che lo caratterizza. Parliamo di Ancòra a Cesenatico e del Ristorante del Lago ad Acquapartita, frazione di Bagno di Romagna. Le due new entry sono le uniche in Romagna, su un totale di 4 nuove stelle registrate in regione. Brilleranno, per l’anno che verrà, accanto alle altre eccellenze cesenati, tutte felicemente confermate: il Magnolia di Longiano (2 stelle Michelin), DaGorini di San Pietro in Bagno (1 stella) e La buca di Cesenatico (1 stella). I temuti ispettori della ‘Rossa’ benedicono, quindi, ‘Ancòra’, l’avventura romagnola dello chef campano Agostino Iacobucci che, appena qualche mese fa, ha voluto aprire il suo secondo ristorante (il primo è nel Bolognese, da qui il nome ‘Ancòra’).

Lo spazio è quello che, per quasi vent’anni, ha ospitato il Magnolia di Alberto Faccani, poi traslocato a Longiano. Proprio dalla squadra di Faccani arriva il resident chef Marco Garattoni, cesenate, classe 1994: di lui, gli ispettori esaltano "tecnica e precisione, non certo piovute dal cielo, ma immagazzinate durante anni di lavoro in ristoranti di alto livello", si legge nella guida. I piatti di Garattoni - romagnolo doc, ma con esperienze a Milano e a Barcellona - sono definiti "contemporanei, sempre ben presentati, colorati, incentrati su una confortevole piacevolezza, a volte addirittura golosa, per lo più a base di pesce, cui si aggiungono preparazioni vegetariane e portate a base di carne".

Quanto al locale di Acquapartita, di proprietà della famiglia Bravaccini, la guida Michelin lo definisce entusiasticamente ‘uno dei migliori ristoranti della zona’. Il merito è dei giovani fratelli Simone e Andrea (figli degli storici titolari Catia Bartolini e Paolo Bravaccini), che si sono divisi equamente i compiti. "Simone è lo chef – si legge nel volume - ha costruito una carta partendo con fierezza da prodotti locali, come selvaggina, funghi, trota". Gli ispettori lodano, in particolare, la tecnica di preparazione del cinghiale, che viene "tagliato a tartare e così cotto velocemente, per poi essere coperto da una soffice spuma di patate, spolverata a sua volta di ginepro, saporito e profumato".

Il fratello Andrea gestisce, invece, "con simpatia e gran competenza, un’enciclopedica carta dei vini". Gli amanti della ristorazione di qualità possono già sbizzarrirsi, quindi, nella creazione di itinerari ad hoc tra vecchie e nuove stelle, da Cesenatico a Bagno di Romagna, passando per Longiano.

L’economia locale ringrazia: secondo un’indagine commissionata da Michelin Italia alla società Jfc, i ristoranti stellati hanno generato in Emilia-Romagna, solo nel 2023, un indotto di 28,5 milioni di euro. Con un ritorno economico pari a 4,2 milioni di euro, la provincia di Forlì-Cesena si piazza al terzo posto, dopo Modena (8,1 milioni) e Bologna (5,9 milioni).