LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Gli ‘invisibili’ sono sempre di più. Clochard cercano riparo notturno in Galleria Oir e Subborgo Comandini

Segnalazioni su persone senza fissa dimora che dormono tra coperte e cartoni in pieno centro. L’assessora Labruzzo: "Disagio sociale sempre più acuto. I 50 posti nei dormitori sono spesso pieni".

Gli ‘invisibili’ sono sempre di più. Clochard cercano riparo notturno in Galleria Oir e Subborgo Comandini

Due giacigli di fortuna allestiti da persone senza fissa dimora in questi giorni in Galleria Oir e in Subborgo Comandini (foto Luca Ravaglia)

Gli invisibili, li chiamano. Sono le donne e gli uomini che vivono ai margini della società e dei quali il resto della popolazione pare non avere contezza. Se non quando si tratta di accelerare il passo all’interno di una galleria o all’angolo di una strada buia. Il tema dei senza dimora in città è però una materia che non può essere affrontata a colpi di luoghi comuni, né da parte di chi in quella città ci vive, né da parte di chi la amministra. E allora eccoci ai casi specifici, che si traducono nelle segnalazioni che arrivano al Carlino o che vengono elencate nelle pagine social: nelle ultime ore, complice l’enorme visibilità ricevuta da piazza della Libertà durante la tre giorni del Festival del Cibo di Strada, c’è stato chi, per raggiungere il luogo della festa ha percorso l’attigua Galleria Oir, individuando un giaciglio di fortuna ricavato sul pavimento con cartoni e coperte. A poca distanza, un uomo chiedeva aiuto ai passanti. "E’ questo il decoro che la città offre ai suoi visitatori?" era una delle accuse più frequenti. Certo, non è elegante vedere cartoni ammassati a terra. Ma in effetti sta molto peggio chi su quei cartoni ci passa le notti. E parti importanti della propria vita. Dunque qual è la risposta?

"La problematica è in peggioramento – commenta l’assessora ai servizi sociali Carmelina Labruzzo – e deve fare i conti con un mondo nel quale molte cose sono cambiate. Nel contesto nel quale viviamo ora, con tante armi spuntate per le realtà del territorio costrette a fare i conti con sempre meno fondi e con le persone sempre più esposte alle criticità, lo scenario futuro è cupo. Voglio dire che oggi dover fare i conti col costo della vita per tanti è una sfida che si gioca sul filo di lana. Una separazione coniugale, un incidente o la perdita del lavoro possono far cadere nel baratro". Resta così da discutere sul merito di come allungare una mano verso chi in quel baratro ci è caduto. "Abbiamo 50 posti nei nostri dormitori, - prosegue Labruzzo – più altri tre dedicati alle emergenze. E sono praticamente sempre pieni. Certo, c’è anche chi in strada ci dorme per scelta, ma sono in ogni caso situazioni che le nostre unità di strada generalmente conoscono e seguono. Con l’avvicinarsi dell’inverno il problema si acutizza e gli spazi non bastano mai. Siamo già al lavoro in quell’ottica. Per provare a dare risposte a tutti. Mi rivolgo anche ai cesenati: a chi si imbatte in situazioni di criticità chiediamo di fare un passo in più, di interagire col Comune, magari attraverso l’app Cesena Segnala, per farci conoscere il caso. Il senso civico aiuta l’intera comunità". L’appello è legittimo, anche se d’altra parte c’è già chi rilancia. Come chi sui social netetwork sottolinea il caso del civico 85 di Subborgo Comandini, in corrispondenza di un parcheggio utilizzato come dormitorio a cielo aperto: "Dopo quattro anni di inutili segnalazioni a Cesena Segnala e numerose telefonate alla polizia municipale, nulla è cambiato". Il decoro è legato al senso di sicurezza. E alla sicurezza vera e propria. I problemi ci sono, negarli o ridimensionarli è sbagliato. Poi è vero che le soluzioni non sono facili da trovare e che i fondi non bastano mai. Però serve fare di più, nell’interesse di tutti. A partire da chi ha un cartone come materasso e un androne come camera da letto.