Cesena, 8 luglio 2024 – Non ce la fa proprio Alessandro Pieri, attore e appassionato di storia, a contenere la sua effervescente simpatia. E poi se c’è in ballo la storia locale, la sua verve rischia di straripare.
E’ successo così, più o meno, a Belgrado, in occasione della presentazione della “Giostra dell’Incontro”, la tenzone d’epoca che fa rivivere ogni anno a Cesena la sfida cavalleresca in costume che rievoca i fasti del principato del Valentino. La giostra e la città di Cesena nei giorni scorsi sono state ospiti dell’Istituto di cultura italiana di Belgrado. Nell’occasione, grazie all’interessamento della professoressa cesenate Gloria Domeniconi docente da 10 anni a Belgrado, è stata raccontata la storia di Cesena, con l’ausilio di filmati sul territorio e sui nostri principali monumenti, con particolare riferimento al periodo medievale-rinascimentale, ossia quello in cui la giostra ha vissuto il periodo più fulgido. Ma come condividere l’essenza più profonda della nostra identità anche attraverso la musica? Qui Alessandro Pieri ha coronato un sogno, ossia cantare “Moja Romanjo u cvetu, ti moja si zvezda i ljubav znaj”.
I presenti all’incontro, organizzato dell’Istituto di cultura italiana di Belgrado, si sono divertiti molto per il suo accento, ma hanno anche gradito oltre ogni aspettativa sommergendolo di applausi. Hanno colto in pieno, anche un po’ commossi, lo spirito dell’omaggio che Pieri ha intonato con voce pastosa. Quelli infatti sono i versi, tradotti in serbo, delle strofe centrali del nostro inno regionale, “Romagna mia, Romagna in fiore, tu sei la stella tu sei l’amore”. Ma arrivare fino all’esibizione non è stato per niente facile, e bisognerebbe sentirle raccontare da Pieri le traversie per aggiungere divertimento al divertimento.
“Io e il presidente della giostra, Daniele Molinari – racconta Pieri –, nel pomeriggio abbiamo fatto un giro per le strade di Belgrado augurandoci di incontrare qualche musicista di strada che potesse accompagnare la mia esibizione. L’idea, infatti, era di cantarla per strada. Beh, nessuno tra tutti quelli che abbiamo incontrato, ha raccolto l’idea. Abbiamo dovuto incassare anche il rifiuto di un violinista cinese con un cane guercio. Sarà per la difficoltà di capirci tra serbo, cinese e inglese? Non ha ceduto neppure davanti alla promessa di 500 dinari, circa 25 euro. C’eravamo praticamente arresi quando, sbagliando strada, abbiamo incrociato nientemeno che un conservatorio. Ci siamo fiondati in quell’ambiente che pareva rimasto agli anni di
‘ Saranno famosi’, e dopo aver rotto le scatole a diversi presenti, ecco finalmente un violinista a cui abbiamo dato appuntamento all’Istituto di cultura Italiana. Non credevo che sarebbe venuto. Quando l’ho visto entrare mi si è aperto il cuore. Era la prima volta che Romagna mia veniva cantata in serbo”.Chissà se ci sarà una replica per la giostra 2024, prevista tra l’8 e il 15 settembre?