REDAZIONE CESENA

Giangrandi dopo l’assoluzione: "Non mi sono lasciato intimidire"

La replica all’ex sindaco Lucchi. "Voleva silenziarci sul caso Montefiore, ha avuto torto e ora paghi"

Marco Giangrandi, ora consigliere comunale di Csn, querelato insieme a Fabrizio Faggiotto dall’ex sindaco Paolo Lucchi nel 2019, al termine della legislatura

Marco Giangrandi, ora consigliere comunale di Csn, querelato insieme a Fabrizio Faggiotto dall’ex sindaco Paolo Lucchi nel 2019, al termine della legislatura

Arriva puntuale la replica, dopo l’intervento dell’ex sindaco Paolo Lucchi, di Marco Giangrandi, assolto dalla Corte d’Appello di Bologna, seconda sezione civile, insieme a Fabrizio Faggiotto dall’accusa di diffamazione aggravata e calunnia nei confronti dello stesso Paolo Lucchi.

Confermata dunque la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Forlì nel 2022. L’azione giudiziaria era scaturita dalle critiche che Faggiotto e Giangrandi (allora ai vertici dell’associazione “Centro Anch’io”) mossero verso l’ex sindaco sull’ampliamento del centro commerciale Montefiore.

"Sono sempre rimasto convinto delle mie idee - spiega Giangrandi - ed è per questo che, in tutti questi anni, non mi sono mai piegato a questi chiari tentativi di intimidazione. Con questa sentenza netta, che riprende diversi passaggi della prima decisione giudiziale, il giudice ha ribadito in maniera convinta una verità processuale a questo punto inoppugnabile, ovvero che le nostre non erano soltanto ‘osservazioni di normale dialettica politica pronunciate nel rispetto di un inalienabile diritto di critica’, ma anche considerazioni fondate e plausibili".

"Oggi come ieri, infatti – prosegue Giangrandi – resto convinto che quell’area non doveva essere concessa al Montefiore perché i centri commerciali, oltre ad essere un pericolo per l’ambiente in quanto energivori, rappresentano un modello di anti-socialità che non dovrebbe mai essere incoraggiato. Peraltro è significativo ricordare come la caserma sia nata con almeno tre anni di ritardo rispetto alle scadenze promesse".

"Tra le parti - ricorda lo stesso Giangrandi - fallì anche un tentativo di conciliazione perché noi eravamo fortemente convinti delle nostre ragioni e dunque, dopo oltre cinque anni di battaglie legali, non ce la siamo sentita, pur correndo il rischio, di concedere a Lucchi quella comoda via d’uscita. Se fossimo stati nel torto saremmo stati disposti a pagare, ma visto che un giudice ha stabilito, in due gradi di giudizio, che nel torto è lui, adesso è giusto che faccia ammenda e paghi le responsabilità della sua condotta".

"Vorrei anche ricordare - conclude Giangrandi - che la causa intentata da Lucchi non era un’ordinaria denuncia penale per calunnia e diffamazione aggravata, ma una causa in sede civile che, spesso, viene utilizzata per silenziare gli avversari politici o i giornalisti. A Cesena non è la prima volta che questo accade, penso a Castiglia, Angeli o Fabbri". Anche Fabrizio Faggiotto, anch’egli assolto dall’accusa di diffamazione, rimarca di essere felice "che il giudice abbia ribadito che sulla Caserma le nostre erano considerazioni fondate e plausibili".