Cesena, 2 novembre 2024 – Pagine stropicciate e sbiadite di un’indagine durata trent’anni. Un’indagine sulla scomparsa di Cristina Golinucci che non ha portato a niente se non ad aggiungere nuovi dubbi e misteri. Una nuova pagina sta per essere scritta, secondo quanto dichiarato dall’avvocata Barbara Iannuccelli, convinta che di qui a breve verrà riaperto il caso.
“Sappiamo dov’è Boke – ha detto l’avvocata Iannuccelli giovedì sera alla trasmissione Khorakhanè di San Marino Rtv condotta da Sara Bucci – e faremo riaprire il caso. Grazie al consolato generale di Marsiglia abbiamo trovato in Francia Emanuel Boke che è stato in prigione per motivi legati a casi di violenza sessuale. Lo abbiamo trovato sotto un’altra identità ma con le medesime impronte digitali di Boke. Sappiamo dov’è, e non facciamo altro che attendere l’insediamento del nuovo procuratore di Forlì per fare riaprire il caso. Ad aprile 2022 l’indagine era stata riaperta su mia istanza, mancavano una serie sterminata di documenti nel faldone del procedimento e abbiamo cercato di colmare un vuoto durato 32 anni”.
A settembre il gip Massimo De Paoli ha archiviato nuovamente il caso. Era impossibile, secondo il giudice, arrivare alla verità su Cristina Golinucci. “È stato un altro schiaffo dalla giustizia, ma non è una sorpresa – ha detto Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina Golinucci -. Dallo Stato non vorrei le scuse. Delle scuse dopo trent’anni non me ne faccio niente. Vorrei che indagassero su Emanuel Boke, principale sospettato nella vicenda”.
Un’indagine caratterizzata da un lato dalla tenacia di una madre, dall’altro lato dalla giustizia che getta la spugna per la decima volta dopo 32 anni. L’inchiesta sul caso della 21enne scomparsa nel nulla il primo settembre del 1992 è stata archiviata per la decima volta dal tribunale di Forlì. Al convento dei Frati Cappuccini si persero le tracce di Cristina 32 anni fa. All’appuntamento con il padre spirituale Cristina non si presentò mai. E’ stato impossibile per anni rintracciare Emanuel Boke, ai tempi ospite del convento e condannato e ricercato anche in Francia per violenza sessuale. Su un binario morto anche le ultime segnalazioni arrivate alla famiglia, quelle di una donna che riferì come l’anziano padre all’epoca aveva visto arrivare un’auto guidata da un frate con una giovane ragazza all’interno, e quella sui sacchi neri maleodoranti trovati da un amico del padre nella zona di Montepetra a Mercato Saraceno. Impossibile secondo i magistrati arrivare alla verità su Cristina, scomparsa nel parcheggio dei Cappuccini il primo settembre del 1992 dopo aver detto alla madre ‘Ci vediamo stasera’.
“Non mi sento sola – ha detto Marisa Degli Angeli in trasmissione - perché ho fiducia nelle persone che mi accompagnano. Sono supportata dall’associazione Penelope e dell’avvocata Barbara Iannuccelli che ha preso a cuore il caso di Cristina. Sono delusa dalla giustizia, ma so che non mi sentirò mai sola. Non mi fermerò finché non avrò la verità su Cristina”.