ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Francesca Castelli, una necrofora da primato

Si tratta della prima donna a svolgere questo compito nella Valle del Rubicone "Mio suocero mi chiama becchina, io preferisco un’altra definizione".

Francesca Castelli, una necrofora da primato

I tre cimiteri di Savignano con il monumentale e gli altri due a San Giovanni in Compito e a Fiumicino, hanno una nuova necrofora che va ad aggiungersi ai tre dipendenti della cooperativa Cis Rubicone che ha in gestione i cimiteri: Luca Berardi, Maicol Dominici e Mauro Familume. Francesca Castelli, 35 anni, originaria di Forlì e residente a Villa Verucchio, è l’unica donna a fare questo mestiere nei Comuni della Valle del Rubicone, un lavoro che è quasi sempre stato appannaggio degli uomini.

Come è nata l’idea di questo lavoro?

"Ho sempre avuto una vocazone fin da bambina per l’ambiente cimiteriale. E appena si è presentata l’occasione, ho fatto un corso a Rimini alla Formart per imparare il mestiere e ottenere l’abilitazione di necrofora".

Aveva già un altro lavoro?

"Ho fatto per dieci anni la cassiera al Conad a Forlì, un anno a Villa Verucchio e due anni in un vivaio. Poi mi sono licenziata per fare la necrofora"

Non è troppo pesante per lei?

"Fisicamente può esserlo, ma il carico maggiore è emotivo. Però riesco a non portare a casa il dolore di quelle famiglie che hanno perso un loro caro soprattutto se si tratta di morti giovani e bambini, visto che a casa ho due figli Samuel di 9 ed Eleonora di 2 anni".

Come le piace essere chiamata: becchino o necroforo?

"Necroforo, anche se mio suocero mi chiama becchina. Mio marito quando parla con gli amici dice che dorme con una necrofora".

Consiglierebbe ad altre donne questo lavoro?

"Prima di tutto serve la vocazione e poi è un mestiere che bisogna sentire dentro. Questo è un lavoro che non si può fare tanto per farlo o per avere uno stipendio. Ci vogliono tanta passione e amore e ancora di più una grande sensibilità".

Qual è il compito peggiore da eseguire?

"Nessuno perchè a me piacciono tutti, dalle sepolture in terra, tumulazioni nei loculi o nelle tombe di famiglia, alle esumazioni, estumulazioni".

Cosa ne dice suo marito?

"Dice che l’importante è che non porti il lavoro a casa e che lui non porterà i nostri figli a vedere la mamma al lavoro".

Gli amici come hanno reagito?

"Sono tutti molto felici perchè ho realizzato il mio desiderio e molto curiosi, pieni di domande, alle quali però non posso rispondere".

E la gente?

"Mi sento osservata ed è incuriosita nel vedere una donna che lavora nel cimitero".

Come va con i suoi tre colleghi necrofori?

"Vado d’accordo con tutti, mi hanno accolta a braccia aperte e mi insegnano tutto".