Cesena, 22 agosto 2024 – Non bastavano le zanzare: a creare grattacapi (termine azzeccatissimo) ai cesenati in questi giorni sono arrivate anche le formiche con le ali. I primi avvistamenti sono stati registrati in riviera, in particolare da parte di vacanzieri che, sdraiati su un lettino alla ricerca di relax, si sono invece trovati a fare i conti con parti del corpo tempestate da fastidiosi pomfi.
“E’ un fenomeno inconsueto ma che in passato si era già verificato - analizza l’entomologo Claudio Venturelli –. Nello specifico nell’area cesenate una situazione analoga si era registrata nel 2016, creando gli stessi problemi che si stanno sommando in queste ore e che giungono a noi tramite le testimonianze dirette dei malcapitati che si sono imbatti nelle formiche”.
Il riferimento è al genere ’ponerina’, un tipo di formica che si muove in gruppi ristretti di un centinaio di esemplari, briciole rispetto alle colonie di quelle ‘tradizionali’ che arrivano al milione.
Utilizzano le ali per spostarsi da un luogo all’altro alla ricerca di cibo e sono piuttosto aggressive. “Per evitare allarmismi serve fare una distinzione – argomenta Venturelli -: in questi giorni nei parchi e nei giardini spesso capita di imbattersi in nugoli di formiche alate, che però non rientrano nel caso in questione: si tratta infatti quasi certamente dei maschi delle ‘normali’ formiche, che durante il rituale dell’accoppiamento utilizzano le ali dedicandosi a una sorta di danza volante per attirare l’attenzione della futura regina. Una volta avvenuta la fecondazione, i maschi tornano a terra, perdono le ali e poco dopo muoiono. In questo caso le persone non corrono nessun rischio, perché queste formiche non pungono”. Il genere ‘ponerina’ adotta invece comportamenti molto diversi.
“Il caso classico - riprende Venturelli – è quello di un gruppo di insetti che spinto dal vento si posa su un telo da mare sul quale poi si stende un bagnate incurante del rischio: le formiche, sentendosi ‘prigioniere’, iniziano a usare il loro pungiglione a ripetizione per ricavarsi spazio, iniettando dosi del loro particolare veleno anche in serie da 15 o 20 punture ravvicinate, ognuna delle quali genera un fastidioso pomfo che può restare per oltre una settimana. Non ci sono particolari rischi per la salute, ma resta il forte disagio, che spesso richiede un passaggio dal medico o in farmacia per curare l’infiammazione con creme lenitive o cortisoniche”.
Il suggerimento principale è dunque quello di usare accortezza e controllare con attenzioni le superfici con le quali ci si appresa a entrare in contatto. L’esempio del telo da mare può essere replicato anche in relazione a una maglietta tolta in spiaggia e poi rimessa in fretta, senza verificare la presenza di eventuali ‘ospiti’ sgraditi. “Queste formiche – chiude Venturelli – sono una sorta di ‘cugine’ delle vespe e dunque seguono lo stesso tipo di approccio quando si sentono minacciate. Niente panico, ma l’attenzione deve essere alta”.