Cesena, 26 novembre 2024 – I sogni? "Vanno inseguiti, con tenacia e spirito garibaldino", ma bisogna anche essere consapevoli che "vivere all’insegna della curiosità e del rischio può comportare delle rinunce, più o meno dolorose", confessa. È un autore che si racconta senza filtri quello di ‘Da Zero a Mille’, il primo libro che narra la storia di quell’avventura tutta cesenate chiamata Rockin’1000, presentato in anteprima ieri a Milano, alla libreria Mondadori Duomo. Dietro la ‘penna’ c’è lui, Fabio Zaffagnini, l’imprenditore che, dalla Romagna, ha dato vita alla rock band più grande della storia, che oggi gira il mondo alla conquista degli stadi più prestigiosi.
Zaffagnini, chi era lei prima di Rockin’1000?
"Ero un geologo. La mia carriera è iniziata negli scavi archeologici dell’Oman ed è proseguita al Cnr, con cui ho partecipato a numerose campagne oceanografiche internazionali, prima di fondare nel 2011 Trail Me Up, una startup che ha reso accessibili i sentieri più remoti del globo tramite tecnologie immersive. Le avventure che ho vissuto in quegli anni, dal deserto all’Antartide, sono state tanti mattoni che, uno dopo l’altro, hanno messo in piedi il progetto Rockin’1000, dietro a cui ci sono 30 anni di vita e di storie".
Cosa l’ha spinta a racchiuderle tutte in un libro?
"L’editore (Roi Edizioni, ndr) già da un po’ insisteva perché scrivessi la storia di Rockin’1000. Nel 2025 il progetto compie dieci anni: un libro con tutti gli aneddoti e i retroscena mi è sembrato il modo migliore di festeggiare".
Le sue peripezie, oggi, sono fonte di ispirazione per molti sognatori in giro per il mondo.
"Spesso vengo chiamato dalle aziende a testimoniare cosa vuol dire inseguire un sogno: in questo libro ho voluto raccontare cosa significa davvero, liberando il concetto da quell’aura naïf che lo circonda. Il tributo ai Foo Fighters al parco Ippodromo, quel 25 luglio di nove anni fa, è stato un momento di svolta, per la mia vita e di tutte persone che ho coinvolto. Lo abbiamo portato avanti stringendo i denti, questo sogno, mettendoci tanta energia e anche tanto coraggio".
C’è stato un momento in cui ha pensato di non farcela?
"I momenti di sconforto ci sono sempre. La sostenibilità economica di Rockin’1000 è la nostra spada di Damocle. Ci sono state volte in cui abbiamo dovuto mettere da parte ogni forma di orgoglio e implorare gli sponsor, perché i conti non tornavano: ma la motivazione era sempre così forte che abbiamo trovato la quadra".
E un momento in cui si è sentito particolarmente orgoglioso?
"È stato a Cesena al Manuzzi, al primo concerto in uno stadio. Quando ho visto le facce dei musicisti che entravano in campo di fronte a un pubblico di 14mila persone, mi sono per la prima volta reso conto della grandezza di quello che stavamo facendo".
Il personaggio più incredibile che ha incontrato in questi anni?
"L’incontro con Dave Grohl è stato a dir poco catartico. Un capitolo del libro è dedicato ai Foo Fighters, alle emozioni che ho vissuto e a quello che ho intuito di loro, fuori dal palco. Ma le persone davvero incredibili sono quelle che, nelle varie tappe della mia vita, mi hanno insegnato ad essere quello che sono".
Le prossime frontiere di Rockin’1000?
"Vorremmo fare concerti importanti anche negli Stati Uniti, con la consapevolezza che, se riusciamo a sfondare quel mercato, sarebbe una svolta decisiva per la nostra community globale di musicisti".
Un live negli Usa con Johnny Depp come frontman? C’è una foto sui social che la ritrae insieme alla star di Hollywood…
"Johnny Depp è l’attore più impegnato del globo, siamo in contatto con il suo entourage da diverso tempo, ma ancora non si è concretizzato nulla. Se dovessi elencare i nomi di tutte le collaborazioni che ci sono state ipotizzate in questi anni, riempirei una nuova Hall of Fame!".