ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Bologna, esplosione in A14. Il papà del poliziotto eroe. “Orgoglioso di lui”

Riccardo Muci, ricoverato al Bufalini, è uno dei volti del disastro di Bologna. Suo padre Pantaleo: “Siamo arrivati di corsa da lui. Si riprenderà”

Pantaleo Muci, è il padre di Riccardo, il poliziotto che ha salvato molte vite nel disastro sull’A14 a Bologna

Pantaleo Muci, è il padre di Riccardo, il poliziotto che ha salvato molte vite nel disastro sull’A14 a Bologna

Cesena, 8 agosto 2018 - Il premier Giuseppe Conte (FOTO), appena sceso dall’elicottero che lo ha portato da Roma, varca la soglia della Piastra servizi dell’ospedale Bufalini di Cesena alle 9.06 tra gli utenti che incedono verso l’altro ingresso, quello principale. Stringe le mani a dirigenti e personale sanitario dell’Ausl, al sottosegretario Jacopo Morrone e all’assessore Simona Benedetti in rappresentanza del Comune. A passo spedito, attorniato da scorta e forze dell’ordine, sale al terzo piano, al Centro Grandi Ustionati, vanto del Bufalini.

Accompagnato dal responsabile dell’Unità operativa Davide Melandri, abbraccia Riccardo Muci, il poliziotto gravemente ustionato nel terribile incidente avvenuto lunedì sulla tangenziale di Bologna mentre interveniva sul posto del disastro, e il diciassettenne bulgaro che si trovava nel luogo dell’incendio con amici. Alle 9.26 Conte scende da dove era salito, non rilascia dichiarazioni, saluta alzando il braccio destro e si dirige all’auto presidenziale che lo accompagnerà all’ospedale Maggiore di Bologna. Non è la visita di un capo del governo che avrebbe sognato Cesena, ma un’altra cosa: l’abbraccio del Paese a due feriti in cura nell’eccellenza del Bufalini.

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Il responsabile del Centro Grandi ustionati Davide Melandri fornisce il bollettino sulle condizioni di entrambi i pazienti, con “ustioni importanti, ma non in pericolo di vita. Ora agiremo anche sull’impatto psicologico”. “Non sta a me informarvi di cosa ha detto loro il premier – aggiunge il medico –. Al ragazzino bulgaro Conte si è rivolto in inglese”. Nella sala d’aspetto del Centro grandi ustionati, è seduto appoggiato al muro col cellulare in mano Pantaleo Muci, padre di Riccardo, il poliziotto rimasto ustionato a schiena, spalle, braccia e collo nell’esercizio del suo mestiere.

“Mia moglie è dentro con lui - racconta – io l’ho visto stamattina. Siamo saliti nella notta da Copertino, nel Leccese, dove viviamo ed è rimasta l’altra figlia Samanta. Riccardo mi ha chiamato al telefono ieri pomeriggio, mentre lo trasportavano dall’ospedale Maggiore a Cesena in elicottero dicendomi che voleva darmi la notizia prima che vedessi le immagini in tv. Era sofferente, ma presente a se stesso. Questa mattina l’ho abbracciato forte, tutto bendato dal bacino al collo, abbiamo pianto entrambi, anche se lui si è mostrato forte. Mi ha raccontato che era arrivato con la pattuglia dal Commissariato bolognese di Santa Viola e che stava facendo sgomberare la zona dell’incidente perché tanti dalle auto stazionavano a fare foto e video, poi ha sentito dei rumori sospetti, ha gridato alle persone di correre via ed è arrivata l’esplosione che lo ha coinvolto.‘Ho fatto quel che dovevo mettere in salvo le persone’, mi ha ripetuto. Riccardo ha senso del dovere e ama il suo lavoro”.

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“Dopo la scuola- prosegue – è entrato nell’esercito, poi ad Alitalia, quindi è andato all’Anticrimine. È a Bologna da quattro anni. La Polizia ci ospita al Caps, il medico è ottimista, ma ci vuole tempo. Ho visto il premier Conte entrare, mi ha salutato con gratitudine». «Se mi sento il padre di un eroe? Mi sento - abbassa lo sguardo Pantaleo Muci – un padre fortunato perché mio figlio è vivo e sono orgoglioso di quello che ha fatto, pensando prima alla vita degli altri che alla sua”.

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