Il problema degli sfratti si è fatto drammatico a Cesena negli ultimi anni. Gli sfratti esecutivi in provincia sono un centinaio, una cinquantina nel Cesenate. Gravissima la carenza di case in affitto e a canoni abbordabili, a confronto con la presenza di almeno quattromila alloggi sfitti in città In questo scenario il contrasto tra inquilino e proprietario può diventare una guerra quando ci si mette di mezzo lo sfratto. Una sfida non facile. Uno sfratto di per sé è una cosa frequente: non viene rispettato un contratto di affitto e si deve uscire di casa. Ma dietro ogni storia del genere ci sono famiglie con storie diverse, accomunate spesso da difficili condizioni economiche e sociali. Di vittime, nello sfratto, non ce n’è una sola, ce ne sono due: l’inquilino che perde la sicurezza di un alloggio e il proprietario, che non può godere del suo bene immobile e magari ha bisogno dei soldi dell’affitto per vivere.
Ogni storia ha aspetti particolari e diversi, ma delle tante situazioni di sfratto in corso ce n’è una che risale proprio a pochi giorni fa. Quella dell’immobile di cui è proprietario Paolo Valzania, 57enne di Cesena, che non riesce a rientrare in possesso della sua casa in via Milani, un bilocale affittato a 430 euro al mese. Ma quei soldi, il proprietario non li percepisce più da febbraio di quest’anno. "La mia storia è comune a quella di tante altre persone – spiega Paolo Valzania – è una storia di occupazione abusiva riguardante il mio appartamento in via Milani. Nonostante l’ordinanza di sfratto emessa dal tribunale di Forlì con data di esecuzione al 2 settembre 2024 e numerose segnalazioni già inoltrate alle forze dell’ordine, ad oggi, l’occupazione continua senza alcuna azione risolutiva concreta da parte delle istituzioni coinvolte".
Ad abitare nella casa di via Milani, un bilocale, ci sono cinque persone: una coppia col figlio piccolo di 5 mesi e gli altri due figli adolescenti. "Ho affittato la mia casa a un uomo sudamericano di 41 anni che lavorava come Oss e poi è rimasto senza lavoro – spiega il proprietario -. Lui non risponde più al telefono, ho parlato con la compagna e mi sono sentito preso in giro. Mi ha detto che avrebbero pagato l’affitto, che avrebbero trovato un’altra casa. A marzo mi disse che sarebbero andati via. In più, la cantina del mio appartamento era occupata dal fratello dell’inquilino. Ora almeno quella è stata liberata". "La scadenza del contratto di affitto risale al 31 marzo 2024 – spiega Valzania – l’inquilino non solo non ha rispettato i termini del contratto di locazione, ma ha anche consentito a ulteriori persone di prendere possesso dell’immobile, configurando un comportamento abusivo e lesivo dei miei diritti di proprietà". "Mi trovo nell’impossibilità – continua Valzania - di risolvere questa situazione con i mezzi a mia disposizione. Sebbene la scelta dell’inquilino sia stata effettuata mediante agenzia accreditata, le autorità locali non hanno preso le misure necessarie per risolvere l’abuso. Non posso più permettere che la mia proprietà venga usata in modo indegno, né che il sistema giudiziario e amministrativo resti inattivo di fronte a un’evidente violazione della legge. Serve maggiore tutela dei diritti dei proprietari e del decoro degli immobili".
Una vicenda opposta e speculare è quella di Giulio C., 26 anni, campano di origine, dipendente di un’azienda di logistica, a Cesena da tre anni con la moglie e il figlio di tre anni. "Ho uno sfratto esecutivo – racconta – perché non riesco più a far fronte al pagamento dell’affitto. Mia moglie ha dovuto lasciare il lavoro di collaboratrice domestica per seguire nostro figlio che ha problemi di salute. Con uno stipendio solo in casa di circa 1.500 euro non posso pagare un affitto di 800 euro menssili. Vorrei spostarmi in un appartamento più piccolo e meno costoso, ma ci sono poche offerte. Ho chiesto al proprietario di avere pazienza per qualche mese. Ma non ne ha voluto sapere nulla".