REDAZIONE CESENA

"Ecocidio lungo il Savio". Oggi la protesta del Wwf

L’associazione ambientalista contesta il taglio di alberi in via Roversano "Distrutte piante anche di dimensioni importanti, animali protetti in pericolo".

Uno scorcio della vegetazione abbattuta lungo la sponda del Savio in via Roversano

Uno scorcio della vegetazione abbattuta lungo la sponda del Savio in via Roversano

"Un vero e proprio ecocidio": così il Wwf bolla il taglio di alberi lungo il Savio in via Roversano. "Una devastazione che ha portato in pochi giorni alla distruzione di quasi tutta la vegetazione ripariale, costituita anche da alberi di dimensioni importanti, sulla sponda opposta all’ansa di Cà Bianchi" incalza l’associazione ambientalista che ha organizzato una manifestazione di protesta sul posto oggi alle 14.30 (ritrovo in via Roversano 579, davanti alla trattoria ‘I Maceri’). L’intervento di pulizia si è trasformato, secondo il Wwf, nella distruzione di un bosco che aveva resistito anche agli eventi alluvionali "difendendo sponde, trattenendo detriti ed evitando danni peggiori in città". A patire del taglio saranno anche molte specie animali come anfibi e rettili (nelle vicinanze è stato individuato un sito riproduttivo di Testuggine palustre) e piccoli mammiferi. "Tutte specie protette insieme ai loro habitat, da apposita legislazione regionale (LR n°15/2006) e da norme europee" evidenzia l’associazione.

"Questa politica di gestione dell’emergenza idraulica attraverso abbattimenti della vegetazione ripariale – incalza il Wwf – causa solo problemi enormi. Tagliando gli alberi si illudono solamente i cittadini di essere in maggiore sicurezza. Infatti abbattere gli alberi non riduce il rischio idraulico".

Per spiegare l’opposizione all’abbattimento della vegetazione come misura contro le esondazioni, il Wwf cita il naturalista Fausto Bonafede: "Dobbiamo affrontare una situazione climatica nei prossimi anni che neanche ci immaginiamo, lo ha certificato il Cnr. L’unica arma che abbiamo sono gli alberi, in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Tali abbattimenti vanno evitati, perché peggiorano la situazione in caso di alluvioni. Togliere gli alberi infatti, che avrebbero rallentato la corrente di piena, aumenta il rischio idraulico, soprattutto a valle di dove si è intervenuto". Per Bonafede "la vegetazione viva va preservata ogni volta che è possibile. Vanno piuttosto rimossi la vegetazione morta e i rifiuti dall’alveo dei fiumi, perché vanno a intasare i ponti e a creare una diga. E’ una colossale bugia che eliminando gli alberi si elimina il rischio idraulico".

Gli ambientalisti chiamano in causa anche il Comune, ricordando le parole dello stesso assessore alla sostenibilità ambientale, Andrea Bertani, che in una recente interpellanza in consiglio comunale, ha espressamente definito l’intervento "non risolutivo" rispetto alle esondazioni.