
Ecco la ‘Tenda rossa’ Salvato il riparo del generale Nobile e del mercatese Zappi
La ‘Tenda rossa’ è salva. Nel 2001 Piero Angela su Rai 1 nella trasmissione Superquark, lanciò l’Sos "Salvate la tenda rossa", simbolo della spedizione di Umberto Nobile al Polo Nord, nel1928. Ora dopo importanti e delicati restauri il 15 febbraio scorso in occasione del 70esimo anniversario del Museo nazionale Scienza e Tecnologia di Milano la "Tenda" è tornata visibile al pubblico. Ne parliamo perché uno dei protagonisti fu anche Filippo Zappi di Mercato Saraceno (a cui è dedicata la scuola media), scelto da Nobile come membro dell’equipaggio in quanto ufficiale della Marina (capitano di corvetta) con pratica di dirigibili. Costruito e guidato dal generale Umberto Nobile, con a bordo 16 persone, sorvolò il Polo Nord e al ritorno entrò in una tremenda tempesta. Appesantito dal ghiaccio perse quota e andò a raschiare contro la banchisa polare; una decina di loro furono scaraventati sul pack (mentre degli altri non si seppe più nulla) e fra il materiale caduto vi era anche un radio - fornita dallo stesso Guglielmo Marconi al radiotelegrafista Giuseppe Biagi - e una tenda. Questa fu tinteggiata con anilina rossa, sostanza utilizzata in volo per determinare la quota di dirigibile, per essere più visibile a distanza e dall’alto; oramai dopo quasi un secolo da quell’impresa - per la quale risposero ai soccorsi 1500 uomini e sei nazioni che inviarono 18 navi e 22 aeroplani per trarre in salvo i superstiti del dirigibile italiano - quel telo si stava sbriciolando e rischiava di andare perduto. Nel 2008 giunse il cofinanziamento della Regione Lombardia e si avviarono le fasi del restauro di questo simbolo, segno di un’avventura che è diventata leggenda. Per un caso fortunato il 3 giugno 1928 il segnale "S.0.S. Nobile" fu raccolto dal radioamatore russo e ebbe inizio così la più imponente manifestazione di solidarietà umana che la storia delle spedizioni polari ricordi. A salvarli fu il potente rompighiaccio sovietico "Krassin" e questo epilogo (i superstiti italiani rappresentavano a quell’epoca agli occhi dell’Italia e del mondo l’Italia fascista) non fu per niente gradito dal regime fascista. Nobile divenne il capro espiatorio di tutto e fu riabilitato solo nel dopoguerra, mentre Filippo Zappi, salutato come un eroe, intraprese la carriera diplomatica. Fu poi girato anche un film dal titolo "La tenda rossa" e a fine anni ‘90 venne scritto un libro dagli studenti delle medie di Mercato Edoardo Turci