ERMANNO PASOLINI
Cronaca

Discarica di amianto sul Rubicone. Denunciate dieci persone

Sequestrato un ingente quantitativo di lastre di eternit e altro materiale pericoloso per la salute e l’ambiente

Una delle strutture in lastre di eternit sequestrate dalla Guardia di finanza di Rimini nel corso dell’operazione nella zona del Rubicone a Savignano

Una delle strutture in lastre di eternit sequestrate dalla Guardia di finanza di Rimini nel corso dell’operazione nella zona del Rubicone a Savignano

Una vera e propria ‘bomba’ per la salute umana. Una grossa discarica illegale di amianto è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Rimini che ha sequestrato ben 2.800 chilogrammi di eternit e 500 chilogrammi di plastica su aree per 110.000 metri quadrati, in prossimità di canali che andavano a finire nel fiume Rubicone. Una grande operazione che ha portato alla denuncia di 10 persone responsabili di gravi violazioni delle norme ambientali.

La scoperta della discarica è emersa durante l’attività di controllo economico del territorio a tutela dell’ambiente messa in atto dai finanzieri della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Rimini, conclusa con il conseguente sequestro di un’ingente quantità di rifiuti pericolosi, tra cui manufatti e lastre in eternit contenenti amianto, abbandonati su terreni agricoli situati in prossimità di corsi d’acqua affluenti del fiume Rubicone.

Il tutto nel territorio di Savignano dove è stata localizzata una vasta area di circa 110.000 metri quadrati ove erano stati realizzati depositi di attrezzi da lavoro mediante l’utilizzo di lastre in amianto in stato di degrado e ove erano stati depositati in maniera incontrollata una innumerevole quantità di onduline in eternit contenenti amianto. Parte del materiale risulta ammalorato e dunque pericoloso per il rilascio di materiale inquinante e potenzialmente cancerogeno.

Durante il loro lungo e minuzioso lavoro, i finanzieri hanno accertato la presenza di 2.800 kg di amianto in stato di abbandono e deterioramento; sei manufatti adibiti a depositi per attrezzature agricole, realizzati prevalentemente in lastre di amianto, in parte distrutte e prive di qualsiasi sistema di protezione; 500 kg di rifiuti in plastica e metallo disseminati sul terreno.

L’assenza di misure di impermeabilizzazione e protezione come prevede la norma legislativa, ha esposto l’area al rischio di dispersione di fibre di amianto, con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute pubblica. I rifiuti, lasciati agli agenti atmosferici e al dilavamento, rappresentavano una potenziale fonte di contaminazione per il suolo e le falde acquifere. Per tutte queste motivazioni, i finanzieri hanno posto sotto sequestro le aree interessate e il materiale rinvenuto, denunciando dieci cittadini all’autorità giudizia per violazioni in materia di gestione illecita di rifiuti e deposito incontrollato a mezzo abbandono dei rifiuti pericolosi.

La complessa operazione si inserisce nel quadro delle attività svolte dal Reparto Operativo Aeronavale di Rimini a tutela del territorio con il tenente colonnello Pietro Spanò che ha ribadito l’impegno della Guardia di Finanza nella prevenzione e repressione degli illeciti ambientali, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio naturale e garantire il rispetto delle regole da parte di tutti gli operatori economici.

Le persone indagate, se al termine dell’iter processuale saranno ritenuti responsabili, dovranno bonificare tutta l’area e pagare lo smaltimento dei rifiuti, operazione fra l’altro molto costosa.