
Il cantiere del nuovo commissariato di fianco al Caps
"Entro la fine del 2025 il commissariato di polizia si trasferirà dalle palazzine di via don Minzoni alla nuova struttura che è in corso di ultimazione qui, a fianco del Caps". L’annuncio è arrivato ieri mattina con le parole del questore di Forlì-Cesena Claudio Mastromattei, pronunciate nell’ambito della festa della polizia. Una scelta non casuale, che ha voluto testimoniare la rinascita di una struttura e di un’area più in generale che nel maggio del 2023 era stata sommersa dall’alluvione del fiume Savio e che ora è rinata, tanto da essere sul punto di rilanciare ulteriormente la sua vocazione, grazie appunto all’ormai imminente trasferimento del commissariato. Si arriva così al compimento di un iter quanto meno complesso, iniziato oltre dieci anni fa e che ha visto tra i protagonisti due dei presenti ieri alla cerimonia: il sindaco Enzo Lattuca e il suo predecessore Paolo Lucchi, ora presidente di Legacoop Romagna. "Seguo la faccenda da molto tempo – ha confermato Lattuca – prima come consigliere comunale a Cesena, poi come deputato alla Camera a Roma e infine come primo cittadino, in questi anni. Ricordo le comunicazioni datate 2013 nelle quali appunto nelle vesti di deputato mi confrontavo col Ministero dell’Interno segnalando il problema della sede della polizia in città. Le nostre proposte prima vennero bocciate, ma noi non ci siamo arresi, perché era evidente che stavamo parlando di una necessità che non poteva essere ignorata. E’ andata bene e sono contento di essere qui ora, ad assistere alla chiusura del cerchio, arrivata grazie anche al nostro costante impegno".
Un cerchio all’interno del quale non c’è soltanto il commissariato. "Se torniamo indietro di dieci anni – ha ripreso Lattuca - a Cesena gli edifici che ospitavano polizia, carabinieri e polizia locale, erano tutti strutture residenziali. Ora la situazione è opposta. Bene così: è un segno inconfutabile della Cesena che diventa città co-capoluogo. Un vantaggio per tutti". Non è in ogni caso il momento di abbassare la guardia, visto che nelle ultime settimane si è diffusa la voce della possibilità di chiusura della centrale operativa cesenate, che potrebbe confluire in quella forlivese. "E’ un’ipotesi che ci vede fortemente contrari – ha aggiunto Lattuca – e per opporci alla quale siamo pronti a ricorrere alla resistenza civile e cioè alla protesta, da attuare davanti alle sedi della questura o della prefettura. Sono convinto che in quelle situazioni troveremo comunque interlocutore sensibili, dal momento che un’operazione del genere non porterebbe nessun vantaggio. Di più: lo stesso questore ha riconosciuto che gli uffici forlivesi tecnologicamente parlando avrebbero bisogno di interventi, mentre contestualmente qui a Cesena stiamo realizzando una nuova sede che sarà all’avanguardia anche dal punto di vista delle dotazioni tecnologiche, peraltro sempre più importanti anche nell’ottica delle attività di indagini tramite per esempio la videosorveglianza. Chiudere la centrale operativa sarebbe per di più una immeritata umiliazione rispetto al servizio eccellente fin qui svolto dal commissariato che merita invece di poter beneficiare appieno delle migliori opportunità riservate dai nuovi spazi. A vantaggio della collettività".