REDAZIONE CESENA

Desirée Gozzini patteggia due anni per l'incidente mortale a Pinarella di Cervia

La giovane bresciana accusata di omicidio stradale plurimo ha ricevuto una pena sospesa e la sospensione della patente.

La strage di Pinarella. Investì e uccise tre persone. Patteggia due anni

La giovane bresciana accusata di omicidio stradale plurimo ha ricevuto una pena sospesa e la sospensione della patente.

Ieri mattina ha patteggiato due anni di reclusione, con pena sospesa, Desirée Gozzini, la giovane bresciana, oggi 26enne, accusata di avere innescato l’incidente stradale che la notte tra il 5 e il 6 agosto 2022 a Pinarella di Cervia aveva provocato tre vittime: il 39enne Luca Rosaldi di Forlì; la 52enne di Lido Adriano Morena Amici; e la 62enne Mariangela Bardi residente a Traversara (ma i figli, parti civili nel processo, risiedono a Cesena).

Il gup Corrado Schiaretti, dopo avere dato disco verde al patteggiamento alla presenza del pm Stefano Stargiotti, ha anche inflitto alla giovane una sospensione della patente pari a due anni e mezzo. La 26enne, difesa dall’avvocato Simona Camerlengo, era presente in aula scusandosi e dicendosi dispiaciuta. Doveva rispondere di omicidio stradale plurimo aggravato dall’abuso di alcolici (guidava con un tasso alcolemico tra 1,03 e 0,9 finale).

E di lesioni stradali aggravate: due le donne ferite, di cui un’amica in auto con lei e uscita dallo schianto con un trauma all’addome. E una donna a bordo dell’altra vettura uscita dallo schianto con ferite ancora più gravi della prima (per lei, tutelata dall’avvocato Silvia Bagioni, la prognosi finale è stata di almeno 120 giorni per via di fratture multiple).

In totale erano stati tre i mezzi rimasti coinvolti nell’incidente: oltre alla Mercedes Classe A guidata dalla giovane, anche una Fiat Panda con a bordo un gruppo di tre amiche ravennati; e uno scooter di grossa cilindrata con in sella il 39enne. Le bresciane, che erano state in un locale rivierasco, a quell’ora si stavano dirigendo verso una festa a Savignano.

Secondo quanto contestato dalla procura sulla base dei rilievi della polizia locale, avvallati da testimonianze, dalle immagini di una dash cam montata su un veicoli fermo in una vicina stazione di servizio e, in buona sostanza, anche dalla perizia affidata dal gip all’ingegnere Francesco Rendine, pochi minuti prima dell’una la ragazza stava percorrendo via Bollana in direzione Cesena quando aveva improvvisamente sterzato andando a collidere frontalmente contro la Panda con le tre amiche; il motociclista infine non aveva potuto evitare l’impatto con l’utilitaria.

Secondo l’accusa, la 26enne si era messa alla guida in stato di alterazione psicofisica e aveva tenuto una velocità troppo sostenuta (è stata stimata in oltre i 110 orari a fronte di un limite dei 90) tanto da perdere il controllo del mezzo invadendo la corsia opposta da dove arrivava la Panda con velocità stimata in 80-85 orari. Il cellulare della 26enne risultava in quel momento attivo: ma non è stato possibile ricondurne l’uso direttamente a lei.

L’assicurazione della Mercedes ha già provveduto a definire i risarcimenti agli eredi dei defunti (tutelati dagli avvocati Massimo Beleffi, Marco Bressanello, Dennis Gori e Giovanni Proni) e alle donne rimaste ferite.